Sanità in Calabria: medici in trincea tra carenze, precariato e riforme incompiute
La regione affronta una crisi sanitaria profonda: mancano oltre 3.000 medici, i giovani fuggono, e le soluzioni temporanee non bastano

La Calabria è tra le regioni italiane più colpite dalla carenza di personale medico. Secondo la Uil, mancano oltre 3.100 medici di medicina generale, mentre il numero complessivo di professionisti sanitari carenti supera le 5.000 unità. Nel solo biennio 2023-2024, sono andati in pensione 504 medici di base, contribuendo a un vuoto assistenziale che colpisce soprattutto le aree interne e montane.
La situazione è aggravata dalla fuga dei giovani medici verso altre regioni o all'estero, attratti da condizioni lavorative e retributive migliori. In Calabria, la retribuzione media di un medico è significativamente inferiore alla media europea, e le opportunità di carriera sono limitate.
Soluzioni temporanee: medici cubani e specializzandi a gettone
Per tamponare l'emergenza, la Regione ha adottato misure straordinarie. Tra queste, l'accordo con il governo cubano per l'invio di circa 500 medici, prorogato fino al 2027. Parallelamente, sono stati attivati contratti di lavoro autonomo per medici specializzandi, che possono svolgere attività professionale per un massimo di 8 ore settimanali, con un compenso di 40 euro lordi all'ora.
Tuttavia, queste soluzioni non risolvono il problema strutturale. Molti reparti ospedalieri, come quelli pediatrici, si affidano a cooperative di medici "gettonisti", con contratti precari e turni massacranti . In alcune aree, i bandi per assumere specialisti restano deserti a causa delle basse retribuzioni offerte.
Riforme e investimenti: tra promesse e realizzazioni
Nel tentativo di riformare il sistema sanitario regionale, è stata istituita "Azienda Zero", un ente di governance per centralizzare le funzioni amministrative delle Asp e delle aziende sanitarie. Nonostante l'approvazione di bilanci pendenti e l'avvio di nuove centrali operative per il numero unico di emergenza 112, molte delle riforme promesse restano sulla carta.
Il piano di assunzioni annunciato nel 2024, che prevedeva 2.115 nuovi posti di lavoro nel settore sanitario, tra cui 440 per medici e specialisti, ha avuto un impatto limitato. La mancanza di attrattività del sistema sanitario calabrese continua a scoraggiare i professionisti.
Le conseguenze per i cittadini: viaggi della speranza e liste d'attesa infinite
Le carenze del sistema sanitario calabrese hanno conseguenze dirette sulla popolazione. Le liste d'attesa per prestazioni sanitarie sono tra le più lunghe d'Italia, e molti cittadini sono costretti a spostarsi in altre regioni per ricevere cure adeguate. Nel 2023, i "viaggi della speranza" sono costati alla Calabria quasi 300 milioni di euro, in aumento del 5% rispetto all'anno precedente.
La situazione è particolarmente critica per le fasce più deboli della popolazione, come gli anziani e le persone con patologie croniche, che spesso rinunciano alle cure per difficoltà economiche o logistiche.
La necessità di un cambio di rotta
La crisi della sanità calabrese richiede interventi strutturali e una visione a lungo termine. È fondamentale investire nella formazione e nell'assunzione di personale medico, migliorare le condizioni lavorative e retributive, e garantire un sistema sanitario pubblico efficiente e accessibile a tutti. Senza un cambio di rotta deciso, il rischio è che la Calabria continui a perdere medici e pazienti, con un sistema sanitario sempre più fragile e incapace di garantire il diritto alla salute dei suoi cittadini.