Torremezzo, mare nero e maleodorante: la Calabria ancora una volta sconfitta dall’inquinamento
Una foto choc diffusa sui social mostra una macchia scura nel mare di Torremezzo. Non è la solita schiuma marrone: questa volta l’aspetto e le sfumature lasciano sgomenti. La denuncia arriva dai cittadini, il silenzio dalle istituzion

È il primo agosto 2025, sono le 18:35. Siamo a Torremezzo, sulla costa tirrenica cosentina.
Una località che dovrebbe accogliere famiglie, turisti, bambini in cerca di relax. Invece, questa estate, si è trasformata — ancora una volta — nel simbolo amaro di un fallimento. Un fallimento ambientale, istituzionale e sociale.
La redazione di Calabria News 24 è rimasta colpita — e profondamente scossa — da una segnalazione apparsa sulla pagina Facebook Meteolino Fanpage, dove un cittadino ha pubblicato una foto inequivocabile: una grande macchia nera, con sfumature marroni, galleggia a pochi metri dalla riva. Una visione inquietante, probabilmente maleodorante, che lascia poco spazio all’immaginazione.
Non siamo tecnici, non sappiamo con certezza di cosa si tratti. Ma le immagini parlano da sole. E i commenti di chi conosce quelle acque — residenti, bagnanti, turisti — sono chiari: non è la solita “schiumetta” marrone che ogni estate compare come se fosse un fenomeno naturale. Qui siamo oltre.
Il mare calabrese: da patrimonio a discarica liquida?
Torremezzo non è un caso isolato. Chi frequenta la costa tirrenica calabrese sa bene che la qualità del mare è diventata un terno al lotto. Un giorno l’acqua è limpida, il giorno dopo è torbida. Poi arriva la schiuma, le bolle, le strisce marroni, il cattivo odore. Tutto accompagnato dal silenzio delle istituzioni e dall’impotenza della cittadinanza.
Ci siamo abituati? Forse sì. Ed è questa l’amara verità che fa più male di ogni altra. Abituati all’idea che il mare d’agosto possa non essere balneabile. Abituati a rinunciare a un bagno. Abituati a pensare che “tanto l’acqua torna pulita tra qualche giorno”. Ma cosa stiamo diventando?
Quello che vediamo oggi è il risultato di ciò che non è stato fatto ieri
Ogni estate è la stessa storia: appelli, indignazione, articoli, denunce social. Poi il nulla. L’anno dopo, tutto ricomincia. Nel frattempo, nessuna analisi immediata, nessuna comunicazione pubblica tempestiva. Nessuna assunzione di responsabilità chiara. E i cittadini, nel dubbio, non sanno se fidarsi o restare fuori dall’acqua.
I sindaci tacciono. Le autorità ambientali spesso non arrivano in tempo. E quando arrivano, i risultati delle analisi arrivano dopo giorni, quando ormai tutto è passato. Ma nel frattempo quel mare inquinato è entrato nel nostro corpo, nella pelle dei bambini, nelle narici dei turisti.
Una sconfitta per la Calabria
Ci fanno promesse, ci parlano di bandiere blu, di fondi europei, di turismo sostenibile. Poi però basta una foto su Facebook a smontare ogni narrazione patinata. E stavolta, a Torremezzo, quella foto fa male. Molto male.
Perché non si può più dire che è un “fenomeno passeggero”. Perché la bellezza naturale della Calabria non può essere sempre a rischio. Perché i nostri figli non devono crescere sapendo che in mare si può entrare “solo se oggi va bene”. Perché il mare, come la montagna, come le città, va tutelato ogni giorno.
Concludiamo con una riflessione che è anche un grido
Non è normale vedere un mare così. Non è tollerabile che tutto questo passi sotto silenzio. Non è accettabile che la Calabria debba rassegnarsi all’inquinamento. Il turismo si costruisce sulla credibilità, sulla qualità, sul rispetto dell’ambiente. E invece, anno dopo anno, ci stiamo scavando la fossa con le nostre mani.
Chi ha le responsabilità agisca. Chi deve controllare, controlli. E chi ama questa terra, non taccia più.
Torremezzo, oggi, ci ha lanciato un segnale. Sta a noi decidere se ignorarlo ancora o iniziare davvero a cambiare.