Il giallo irrisolto: il caso Vangeli tra scomparsa e processo a singhiozzo
Da Scaliti di Filandari alla Cassazione: la vittima contesa, il cadavere mai ritrovato e il nuovo appello per l’accusato

Francesco Vangeli, ventisei anni, è scomparso la sera del 9 ottobre 2018 da Scaliti (Filandari, Vibo Valentia). Esce intorno alle 22 per raggiungere San Giovanni di Mileto con la scusa di un lavoro artigianale, ma non farà più ritorno. La sua auto viene ritrovata carbonizzata il giorno successivo, mentre di lui non si hanno più notizie. Fin da subito emergono sospetti di un piano organizzato e l’ipotesi di un delitto di matrice passionale e criminale.
Il movente: un amore conteso
La ricostruzione degli inquirenti individua il movente in una giovane donna contesa. Francesco aveva avuto una storia con Alessia Pesce, che aveva successivamente intrapreso una relazione con Antonio Prostamo, nipote di un noto boss locale. Secondo gli inquirenti, le tensioni sentimentali ed economiche (debiti e un’arma sottratta) hanno portato alla trappola mortale tesa a Francesco.
Il crimine: esecuzione e scomparsa del corpo
L’indagine coordinata dalla Dda di Catanzaro ipotizza che Vangeli sia stato attirato in casa dei fratelli Prostamo con la scusa di realizzare un tavolino in ferro battuto. Una volta all’interno, sarebbe stato colpito mortalmente da un fucile, rinchiuso in un sacco di plastica e gettato, forse ancora vivo, nel fiume Mesima. Il corpo non è mai stato ritrovato.
Il processo e la sentenza
Nel settembre 2020, davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro, Antonio e Giuseppe Prostamo sono stati rinviati a giudizio. Antonio è accusato di omicidio aggravato, Giuseppe di concorso nella soppressione di cadavere. Insieme a loro erano imputati anche la giovane Alessia Pesce, accusata di aver depistato le indagini, e altri due indagati per favoreggiamento.
Le condanne in primo e secondo grado
In primo grado Antonio Prostamo è stato condannato a 30 anni di reclusione, mentre in Appello la condanna è stata ridotta a 29 anni e sei mesi. Giuseppe Prostamo invece ha ottenuto una sentenza definitiva di 17 anni e sei mesi.
Il colpo di scena della Cassazione
Il 24 giugno 2025 la Corte di Cassazione annulla con rinvio la condanna a carico di Antonio Prostamo. Il presunto assassino lascia il carcere di Terni e si attende un nuovo processo d’appello. Invece, per Giuseppe Prostamo, la condanna rimane definitiva.
Il dolore della famiglia: ricerca di verità e giustizia
Per la madre Elsa e il fratello Federico Vangeli, la scarcerazione di Antonio è un colpo doloroso: «Lui torna a casa, nostro figlio non tornerà mai più». La condanna annullata ha generato sconforto e la convinzione che la giustizia non sia stata pienamente raggiunta.