Botulino a Diamante, parla il titolare del food truck: “Ho fornito tutta la documentazione”
Giuseppe Santonocito, indagato per la morte di un turista e l’intossicazione di altre dieci persone, risponde ai pm e consegna fatture e documenti sui prodotti utilizzati

Giuseppe Santonocito, 33 anni, originario di Belvedere Marittimo e titolare del food truck “Da Peppino”, ha risposto a tutte le domande formulate dal procuratore di Paola Domenico Fiordalisi e dalla sostituta procuratrice Maria Porcelli. L’uomo è indagato nell’ambito dell’inchiesta aperta per far luce sui casi di intossicazione da botulino verificatisi a Diamante lo scorso 3 agosto, episodio che ha provocato la morte di Luigi Di Sarno, 52enne turista di Cercola (Napoli), e il ricovero di altre dieci persone.
Le accuse e la documentazione consegnata
Accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Francesco Liserre, Santonocito ha messo a disposizione della procura tutta la documentazione relativa ai prodotti utilizzati, comprese fatture e bolli di acquisto. La magistratura ha già disposto, su scala nazionale, il sequestro di un prodotto commerciale — probabilmente broccoli — ritenuto potenziale origine della contaminazione.
Nei confronti dell’ambulante sono state ipotizzate quattro fattispecie di reato: commercio di sostanze nocive, delitto colposo contro la salute pubblica, omicidio colposo e lesioni colpose. Le ultime due imputazioni sono collegate rispettivamente al decesso del turista campano e alle gravi condizioni di due delle persone rimaste intossicate.
Le indagini in corso
L’attività investigativa prosegue con l’obiettivo di individuare l’esatta provenienza e le modalità di conservazione e utilizzo dell’alimento sospetto. Gli inquirenti stanno ricostruendo la filiera di produzione e distribuzione del prodotto, per accertare eventuali responsabilità lungo tutta la catena. Intanto, la comunità di Diamante resta scossa per la tragedia che ha trasformato un momento di vacanza in un dramma con conseguenze gravi per più famiglie.