Sette smartphone sequestrati nel carcere di Rossano
Sappe: 'E' giunto il momento di schermare gli istituti'

Nuovo blitz della Polizia penitenziaria all'interno dell'istituto penitenziario di Rossano, dove sono stati sequestrati sette smartphone abilmente occultati e destinati ai detenuti. Altri micro telefoni sono stati rinvenuti all’esterno dell’area detentiva, probabilmente gettati dagli stessi reclusi attraverso gli scarichi, nel tentativo di eludere i controlli. Solo due giorni prima, durante un’altra perquisizione, erano stati trovati altri due cellulari.
La note del Sappe
A rendere nota l’operazione è stato il Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria), che ha espresso grande apprezzamento per l’attività degli agenti. "Ai colleghi del reparto di Rossano – dichiarano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Ciccone, segretario regionale – vanno i nostri complimenti per il brillante lavoro che quotidianamente svolgono nel contrasto alla delinquenza, che cerca in tutti i modi di introdurre oggetti non consentiti all’interno del carcere. Il possesso di telefoni cellulari, lo ricordiamo, costituisce reato". I sindacalisti tornano inoltre a sollecitare misure più efficaci per contrastare il fenomeno: "Non ci stancheremo mai di dire che è giunto il momento di schermare gli istituti penitenziari, per rendere inutilizzabili i telefoni cellulari. L’introduzione del reato, infatti, non ha prodotto l’effetto deterrente che si sperava". L’episodio riaccende i riflettori su un problema ormai cronico nelle carceri italiane: l’ingresso illecito di telefoni cellulari, spesso utilizzati dai detenuti per comunicare con l’esterno e continuare attività illecite.