La ‘ndrangheta in Spagna: dalla Costa del Sol ai mercati europei
La mafia calabrese consolida le sue reti sul territorio spagnolo attraverso traffico di droga, riciclaggio e investimenti immobiliari

La ‘ndrangheta in Spagna è oggi un attore radicato e capace di operare sia nel crimine duro (droga, violenza) che in affari legali (immobiliare, turismo). Serve una risposta integrata tra le forze dell’ordine spagnole ed italiane, con un’intensificazione delle misure preventive e della trasparenza economica per arginare questa infiltrazione mafiosa.
Una penetrazione silenziosa ma strutturata
Secondo le autorità italiane e le forze antimafia spagnole, la ‘ndrangheta ha radicato la sua presenza in Spagna da oltre quattro decenni, scegliendo regioni strategiche come la Costa del Sol e la Catalogna. L’uso della lingua, la vicinanza culturale e il clima mediterraneo facilitano la fuga e l’insediamento di criminali calabresi, che operano tra affari legali e illegali con grande discrezione.
Traffico di droga e riciclaggio internazionale
L’organizzazione criminale è particolarmente attiva nel traffico di cocaina e hashish, utilizzando la Spagna come hub di distribuzione verso altri Paesi dell’UE. Arresti e operazioni congiunte, come quella del 2022 che ha portato alla cattura di 32 affiliati e al sequestro di cannabis nella penisola iberica, dimostrano la scala e la violenza di queste reti .
Si registra, inoltre, il recente episodio di violenza a Puerto Banús, Marbella, con spari, furti di droga tra bande e l’uso di armi pesanti: fenomeni ormai riconducibili ai metodi aggressivi e conflitti interni delle reti mafiose.
Investimenti leciti come facciata economica
Con ingenti capitali da fonti illecite, la ‘ndrangheta investe in immobili, turismo e ristorazione spagnola, usando società di comodo per ripulire i proventi del narcotraffico. Il settore turistico, soprattutto dopo la crisi del Covid, è stato particolarmente ambito come copertura per il riciclaggio.
Cooperazione internazionale per contrasto
Operazioni come la task-force Interpol “I‑Can” e progetti congiunti tra Italia e Spagna hanno portato all’arresto di latitanti di spicco (es. boss come Rocco Morabito) e all’analisi delle reti finanziarie che supportano la logistica criminale.
Un laboratorio del crimine organizzato
La Spagna è diventata un “laboratorio” per la ‘ndrangheta, dove questi gruppi testano nuovi modelli di gestione territoriale, alleanze con altre mafie e modalità di riciclaggio. Senza scontri violenti in pubblico, la strategia è una penetrazione silenziosa ma pervasiva.