Via Roma ostaggio del traffico, Cosenza bloccata mentre anche i soccorsi restano intrappolati
Un’arteria centrale trasformata in imbuto permanente tra disagi quotidiani, ironia amara e un’emergenza sicurezza che non può più essere ignorata
Via Roma non è più solo una strada. A Cosenza è diventata un simbolo, negativo e ingombrante, di una città che si paralizza ogni giorno sotto il peso di una viabilità fuori controllo. Un’arteria fondamentale che collega punti nevralgici del centro urbano e che, soprattutto nelle ore di punta e nel periodo che precede le festività natalizie, si trasforma in una trappola di lamiere dalla quale è difficile uscire indenni, almeno sul piano dei nervi. Percorrere il tratto di via Roma può richiedere oltre quaranta minuti d’orologio. Quaranta minuti per poche centinaia di metri, in una scena che si ripete con una regolarità disarmante e che ormai non sorprende più nessuno, se non per il livello di esasperazione che continua a crescere.
Un imbuto permanente senza orari
Il traffico è talmente congestionato da annullare ogni distinzione tra ora di punta e ora “normale”. La mattina, il pomeriggio, la sera: via Roma è spesso un imbuto permanente, dove il flusso delle auto procede a scatti, quando procede. Le cause sono note e mai davvero affrontate fino in fondo: carreggiata ridotta, assenza di percorsi alternativi realmente funzionali, carico di traffico eccessivo rispetto alla capacità della strada, una gestione dei flussi che sembra rimasta ferma a un’altra epoca. Ma ciò che preoccupa maggiormente non è soltanto il disagio quotidiano dei cittadini. Il vero punto critico, quello che dovrebbe far scattare un allarme immediato, riguarda i mezzi di soccorso.
Quando restano bloccate anche le ambulanze
Ambulanze, veicoli di emergenza, mezzi di assistenza restano bloccati esattamente come tutte le altre auto. Sirene accese, lampeggianti attivi, ma nessuno spazio per passare. Via Roma, così com’è oggi, non consente una corsia di emergenza né una rapida apertura del traffico. Le auto sono incastrate, i margini inesistenti, le manovre impossibili. È una condizione gravissima, che va ben oltre il fastidio e tocca il tema della sicurezza pubblica. In quei minuti persi nel traffico non c’è solo un appuntamento che salta o un ritardo da giustificare. C’è il tempo della vita delle persone, che può essere compromesso da un ritardo nei soccorsi.
Un problema strutturale che riguarda la sicurezza
È inaccettabile che in una città capoluogo i mezzi di emergenza non abbiano la certezza di poter transitare rapidamente su una delle strade principali. È inaccettabile che il suono di una sirena non basti a garantire un corridoio di passaggio. È inaccettabile che un’ambulanza diretta verso un intervento urgente resti intrappolata nello stesso ingorgo che esaspera gli automobilisti. Non si tratta di episodi isolati, ma di una criticità strutturale, nota e ripetuta, che viene denunciata da cittadini e operatori sanitari da tempo, senza che a queste segnalazioni seguano risposte concrete.
Dal disagio quotidiano all’emergenza pubblica
Il traffico su via Roma non è dunque solo un problema di mobilità, ma un’emergenza che riguarda il diritto alla salute e alla sicurezza. Ogni minuto perso può avere conseguenze pesanti. E il fatto che questa situazione si ripeta quotidianamente rende ancora più grave l’assenza di soluzioni efficaci. Non si può parlare di fatalità o di eventi eccezionali. Qui l’eccezione non esiste più: il blocco è la normalità.
Natale, traffico e ironia amara
Sul fronte degli automobilisti, invece, il racconto assume contorni quasi surreali, soprattutto nei giorni che precedono il Natale. Via Roma, in questo periodo, sembra trasformarsi nel set di una commedia grottesca. C’è chi entra convinto di farcela in dieci minuti e ne esce con la barba più lunga e il calendario girato di qualche pagina. Il tempo si dilata, la percezione della realtà cambia. Qualcuno scherza dicendo che attraversare via Roma a dicembre è come guardare una versione cosentina di “Giorno della marmotta”, dove ogni semaforo è sempre rosso e ogni metro conquistato sembra una vittoria epocale.
Tra Fantozzi e le luci di Natale
Altri paragonano l’esperienza a una scena di “Fantozzi”, con automobilisti rassegnati, clacson che suonano come un coro stonato e sguardi persi nel vuoto, mentre la radio trasmette per la terza volta lo stesso jingle natalizio. Le luci di Natale, che dovrebbero creare atmosfera e leggerezza, finiscono per illuminare una lunga coda di auto immobili, regalando un contrasto quasi cinematografico tra festa e frustrazione. Un Natale vissuto a passo d’uomo, anzi, a passo di freno a mano tirato.
Via Roma come percorso esistenziale
C’è chi, per ironia, sostiene che via Roma sia diventata una sorta di percorso esperienziale: entri come automobilista e ne esci come filosofo, dopo aver avuto tutto il tempo di riflettere sul senso della vita, sulle scelte fatte e su quelle che avresti dovuto fare, come prendere un’altra strada, qualsiasi altra strada. Qualcuno racconta di aver completato telefonate di lavoro, messaggi vocali, pianificazione della cena e persino la lista dei regali di Natale mentre l’auto restava ferma nello stesso punto.
Una frustrazione che colpisce tutti
Ma dietro l’ironia resta una realtà pesante. Via Roma snerva i cosentini perché toglie tempo, energia e serenità. È una strada che mette tutti sullo stesso piano, dal pendolare al professionista, dal genitore che deve andare a prendere i figli a scuola a chi cerca solo di tornare a casa. Una strada che esaspera perché sembra non offrire alternative e perché, soprattutto durante le festività, amplifica un problema già cronico. Il traffico natalizio non è una sorpresa, ma ogni anno arriva come se nessuno lo avesse previsto.
La linea rossa invalicabile dei soccorsi
Il paradosso è che mentre gli automobilisti possono almeno provare a scherzarci sopra, i soccorsi no. Per chi deve intervenire in emergenza, via Roma non è una gag da film, ma un ostacolo reale e pericoloso. E questo dovrebbe rappresentare una linea rossa invalicabile. Una città può anche tollerare disagi, ma non può permettersi di bloccare chi deve salvare vite.
Una questione di visione e responsabilità
La questione di via Roma chiama in causa una visione più ampia della mobilità urbana a Cosenza. Non bastano interventi tampone o soluzioni temporanee. Serve una riflessione strutturale, una riorganizzazione dei flussi, una gestione che tenga conto non solo del traffico ordinario, ma delle emergenze. Servono scelte coraggiose, anche impopolari se necessario, perché il diritto alla sicurezza non può essere sacrificato sull’altare dell’immobilismo.
Una città che resta ferma
Finché via Roma resterà in queste condizioni, Cosenza continuerà a vivere una contraddizione evidente: una città che corre, ma resta ferma; che si prepara al Natale, ma resta bloccata; che accende le luci della festa mentre spegne, di fatto, la possibilità di muoversi in modo sicuro e civile. E quando anche le ambulanze restano intrappolate, non si può più parlare solo di traffico. Si deve parlare di responsabilità.