Diamante sotto effetto: qualcuno cerca di rovinare l'estate con lo sballo
Una spiaggia calabrese da sogno dove qualcuno va "fuori giri": Chi vuole fare male alla cittadina tirrenica?

Altro che perla del Tirreno: la costa è invasa, ma non dai bagnanti. La polvere bianca ha rimpiazzato il mare cristallino nell’immaginario collettivo di una città che ormai non si vergogna più nemmeno del proprio abisso. Ma stavolta non è una colpa da imputare alle istituzioni. Loro malgrado sono vittime di queste situazioni come tutti i villeggianti decisamente più tranquilli.
Da spiaggia dei sogni a luogo dello sballo
C’è stato un tempo in cui Diamante si vendeva come la “spiaggia bianca” della Calabria. Oggi quel bianco ha cambiato significato: non è più sabbia che luccica sotto il sole, ma polvere che brilla su tavolini di luoghi di festini o sui sedili posteriori delle auto parcheggiate sul lungomare. Diamante è indubbiamente regina del turismo estivo ma qualcuno vuole farla diventare la regina dello sballo. Infischiandosene dell’attività di forze dell’ordine e di istituzioni.
Notti fuori controllo
Ogni sera è un girone infernale. Risse dentro e fuori dai locali, tra giovani della zona e non solo, tutti assetati di dominio su uno spaccio che non conosce più limiti né regole. La lucidità è un concetto superato: ci si muove come automi sotto effetto, con gli occhi sbarrati e i nervi a fior di pelle. La cocaina ha preso il posto dell’alcol come carburante principale della notte, ma con effetti ben più devastanti.
La nuova economia della striscia bianca
La “vita notturna”, come purtroppo avviene in altri luoghi, è diventata un paravento per un’economia tossica e parallela. I pusher non si nascondono più. Si mimetizzano tra la folla, anzi: ne sono parte. A Diamante si spaccia e non è un segreto per nessuno. A Diamante come in tanti altri posti dove qualcuno prova a fare affari loschi approfittando della movida. Dai ragazzini appena maggiorenni alle comitive di adulti ben vestiti, il comune denominatore è uno solo: la striscia bianca. È diventata un must. Chi non lo fa, semplicemente è fuori dal giro. Fuori dalla festa. Fuori dal potere.
Tra sniffate e risse
E mentre gli operatori turistici e amministrazioni locali provano disperatamente e con caparbietà a vendere l’immagine di una “Calabria da vivere”, c’è una Calabria che si consuma tra una sniffata e una coltellata. Perché le risse ormai sono frequenti. Ogni notte si contano nasi rotti, bottiglie spaccate, lame tirate fuori per una dose saltata o per uno sguardo di troppo. La cosa più drammatica è che nessuno segnala niente alle forze dell’ordine in modo che queste non possano intervenire.
C’è qualcuno che prova a fermare tutto
Nessuno interviene, nessuno controlla davvero. Le forze dell’ordine sono gocce nel deserto perché depotenziate e fanno quello che possono con quello che hanno. Le istituzioni provano a fare il loro. E intanto c’è qualcuno che vuole fare cambiare pelle a Diamante: non farla vivere soltanto come una città di mare, ma farla diventare una piazza di spaccio a cielo aperto, dove la vera attrazione non è il sole né la cultura, ma il prezzo a grammo.