Rende, Principe torna sindaco: forse anche per questo Salvini avrebbe evitato le interviste
Troppe promesse, pochi riscontri: la visita del ministro a sostegno di Sandro Ghionna non ha spostato gli equilibri. E il centrodestra resta a guardare

Sandro Principe torna ad essere sindaco di Rende. La coalizione civica e progressista che lo ha sostenuto ha avuto la meglio sul candidato del centrodestra Sandro Ghionna, nonostante la pesante investitura del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Un endorsement calato dall’alto, quello leghista, che avrebbe dovuto scuotere la campagna elettorale, ma che si è rivelato un boomerang politico.
E Salvini muto…
Nel giorno della sua visita in città, Salvini avrebbe scelto di non rilasciare alcuna intervista alla stampa. Una decisione che, col senno di poi, potrebbe apparire tutt’altro che casuale. Forse il leader della Lega avrebbe percepito un certo distacco da parte della comunità rendese, o forse sapeva che domande incalzanti – sulla reale fattibilità del ponte sullo Stretto, sullo stato della Statale 106, sulle promesse di “migliaia di posti di lavoro” – avrebbero messo a nudo una retorica già consumata.
Le parole del ministro solo sul palco
Durante il comizio, il ministro aveva elencato un lungo elenco di obiettivi: "Qui a Rende c’è un’università, ma io trovo laureati calabresi ovunque nel mondo"; "voglio lasciare migliaia di posti di lavoro in Calabria"; "ad agosto si apre il cantiere del ponte sullo Stretto"; "abbiamo scritto il nuovo Codice degli appalti insieme agli ingegneri". Ma tutti questi annunci, pronunciati con tono solenne, avrebbero prodotto più diffidenza che entusiasmo.
Nel clima pre-elettorale, Salvini avrebbe potuto cercare il confronto, chiarire le tempistiche, i finanziamenti, i benefici concreti per il territorio. Invece, avrebbe optato per un’apparizione blindata, senza contraddittorio, lasciando dietro di sé solo slogan e promesse.
Un'occasione mancata
Alla luce della vittoria di Principe, questa scelta comunicativa appare ancora più discutibile: un’occasione mancata per parlare davvero alla città e non solo ai sostenitori di partito.
Centrodestra sconfitto
Il centrodestra esce sconfitto, e con esso anche l’idea che un volto nazionale possa garantire il successo di un candidato locale senza un radicamento reale nel tessuto cittadino.
Rende, città universitaria e abituata al confronto, avrebbe scelto la coerenza e la continuità. E mentre Salvini avrebbe evitato le domande, gli elettori hanno dato la loro risposta.