Su Domenico Tallini, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso, nell’ambito dell’operazione di ‘ndrangheta Farmabusiness , dove il presidente del Consiglio regionale sarebbe stato complice con la  cosca Grande Aracri nella costituzione di una società, finalizzata alla distribuzione all'ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie tra la Calabria, la Puglia e l’Emilia Romagna, Cristian Invernizzi, commissario della Lega in Calabria ha dichiarato come il suo giudizio e quello dalla Lega non siano mai stati positivi.

“Chiesi di non votare il forzista in Consiglio regionale, per ragioni politiche, non faccio l'inquirente”. E’ quanto ha dichiarato Cristian Invernizzi all'AdnKronos. "Anche a lui, come a tutti, auguro di poter dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli sono rivolte, ma io il mio giudizio su Domenico Tallini non l'ho mai nascosto.

Mi permetto di dire che era tra i più feroci contestatari della Lega in campagna elettorale, anche se faceva parte di un partito teoricamente alleato" - ricorda il deputato bergamasco, riferendosi alle ultime regionali in Calabria, quando, l'allora consigliere forzista, spingeva per il nome di Mario Occhiuto come candidato alla Regione, nome su cui c'era il veto di Matteo Salvini.

Invernizzi aggiunge: "Fui io - sottolinea - a chiedere di non votarlo alla presidenza del consiglio regionale. Una richiesta - tiene a chiarire il leghista - fatta per questioni politiche, io non faccio l'inquirente, però non rappresentava una figura di cambiamento che volevamo per la Calabria. L'ho criticato - conclude - quando era un potentissimo consigliere con Fi, ora è inelegante farlo, diciamo che la mia opinione l'ho sempre avuta".