Giacomo Mancini Senior
Giacomo Mancini Senior

La recente decisione dell’amministrazione Caruso di sfrattare la statua dedicata alla storica figura di Giacomo Mancini, posizionata di fronte a Palazzo dei Bruzi, rappresenta un episodio emblematico della distanza che separa la politica di oggi da quella di un tempo. Questa scelta, preceduta dall’altrettanto discussa decisione di impedire l’installazione della statua di Gigi Marulla al Parco dei Nonni, offre l’occasione per riflettere sulle differenze abissali tra i politici del passato e quelli contemporanei.


Giacomo Mancini senior è stato una figura di statura straordinaria 

simbolo di una politica fatta di visione, competenza e impegno. Parlamentare, più volte ministro e sindaco di Cosenza, Mancini è ricordato per il suo instancabile lavoro volto a trasformare il territorio calabrese e, in particolare, la città di Cosenza. Negli anni del suo mandato, la città conobbe un impulso straordinario sul piano urbanistico, culturale e sociale. Tra le sue opere più significative si annoverano la modernizzazione delle infrastrutture cittadine, la promozione dell’arte e della cultura e una visione di sviluppo che sapeva coniugare innovazione e radicamento nel territorio. 

Giacomo Mancini era un politico che non si limitava a inseguire il consenso

ma agiva con determinazione per il bene comune, dimostrando un coraggio e una passione che oggi sembrano mancare. La sua figura rappresentava l’espressione più alta di un’epoca in cui la politica era vissuta come servizio, come responsabilità nei confronti dei cittadini e delle future generazioni. In netto contrasto, la politica di oggi – o almeno quella espressa da molti amministratori contemporanei – sembra spesso caratterizzata da una superficialità sconcertante. Le decisioni appaiono dettate più da calcoli elettorali che da una reale visione strategica, e la ricerca del consenso immediato prevale sulla costruzione di un progetto solido e duraturo. Manca spesso quella capacità di immaginare il futuro che ha contraddistinto figure come Mancini. 

Lo sfratto della statua di Giacomo Mancini non è solo un affronto alla sua memoria 

ma è anche un segnale inquietante della mancanza di rispetto verso il passato e verso quei valori che hanno reso grande la città di Cosenza. Rimuovere il simbolo di un uomo che ha dato tanto al territorio è un gesto che non può essere letto come semplice atto amministrativo: è il riflesso di una politica che sembra aver perso il senso della propria missione e della propria storia. Il confronto tra la grandezza di un uomo come Giacomo Mancini e la pochezza di tanti politici di oggi è inevitabile, seppur doloroso. Non si tratta di una questione di nostalgia, ma di una chiamata a riflettere su cosa significhi davvero fare politica. Mancini è stato un esempio di leadership ispiratrice, capace di lasciare un segno tangibile nella vita delle persone. Oggi, troppo spesso, assistiamo a una politica fatta di slogan vuoti, priva di contenuti e incapace di costruire un legame autentico con i cittadini.


È quindi fondamentale recuperare lo spirito e l’insegnamento di figure come Giacomo Mancini

riaffermando l’importanza di una politica al servizio della collettività. Solo così sarà possibile invertire la rotta e restituire alla politica la dignità e la profondità che merita. Rimuovere la statua di Giacomo Mancini significa, per i mediocri politici di oggi, cancellare un termine di confronto con lo spessore politico di Mancini, un confronto che, evidentemente, non possono reggere.