Orlandino Greco
Orlandino Greco

Il dato diffuso da Bankitalia – un +1,3% del PIL calabrese nel primo semestre 2025 – viene letto dal consigliere regionale Dem Orlandino Greco come il segno di un processo ormai avviato.
«Questa crescita non è un caso né un episodio isolato» afferma Greco. «È la conseguenza di interventi e investimenti che negli ultimi anni hanno iniziato a generare effetti concreti.»

Secondo il consigliere, il superamento della media nazionale dimostra che il territorio, quando sostenuto da politiche efficaci, è capace di reagire e rimettersi in moto. «La Calabria ha dimostrato che se si crea un ecosistema favorevole, le energie latenti tornano a produrre valore.»

I dati di Bankitalia e il segnale del tessuto produttivo

Il report della Banca d’Italia conferma che il fatturato delle imprese è cresciuto nei primi nove mesi del 2025, così come redditività e liquidità.
«Il tessuto produttivo sta rispondendo» sottolinea Greco. «Industria e costruzioni mostrano segnali tangibili, e gli effetti del PNRR cominciano finalmente a vedersi.»

Il consigliere ricorda che il comparto delle costruzioni continua a correre grazie alle opere pubbliche avviate dagli enti locali, mentre l’industria trova slancio soprattutto nell’alimentare e nelle utilities. Anche il terziario registra una dinamica positiva, seppur con alcune difficoltà nel commercio tradizionale.

Consolidare la crescita e trasformarla in sviluppo strutturale

Per Greco, però, non è il momento di abbassare la guardia.
«Il rischio più grande sarebbe considerare questo +1,3% come un traguardo. È un punto di partenza» osserva. «Serve continuità nelle politiche pubbliche, serve stabilità, serve una visione di lungo periodo.»

Il consigliere insiste sul ruolo determinante degli investimenti ben programmati:
«Quando si investe bene – nelle infrastrutture, nei servizi, nei territori – il risultato è sempre lo stesso: crescita, occupazione e fiducia.»

Greco conclude con un appello alla responsabilità politica:
«La Calabria sta cambiando davvero, e i numeri lo dimostrano. Ora il compito delle istituzioni è non interrompere questo percorso. Dobbiamo trasformare la crescita congiunturale in sviluppo strutturale. È una sfida che non possiamo permetterci di perdere.»