I dati diffusi da Eurostat fotografano una situazione allarmante per la Calabria, che nel 2024 si colloca tra le aree più povere dell’intera Unione Europea. Con il 37,2% della popolazione a rischio povertà, la regione risulta terzultima in Europa, superata solo dalla Guyana francese e dalla città spagnola di Melilla. Un dato che evidenzia quanto il divario economico e sociale tra il Sud Italia e le aree più sviluppate del continente resti profondo e ancora difficile da colmare.

Un quadro nazionale che conferma la fragilità del Mezzogiorno


Nel contesto italiano, la Calabria precede Campania e Sicilia, anch’esse con percentuali superiori al 35%. Tutte e tre le regioni mostrano come il rischio di povertà si concentri nel Mezzogiorno, dove la precarietà lavorativa, la disoccupazione giovanile e i redditi familiari più bassi incidono pesantemente sulla qualità della vita. Più stabili invece le aree del Centro-Nord, con regioni come Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia che registrano valori inferiori al 12%, a conferma di un’Italia ancora fortemente divisa sul piano economico e sociale.

Un divario europeo che chiede risposte concrete


Mentre la media dell’Unione Europea si attesta al 16,2%, la Calabria registra un dato più che doppio, segnale di una povertà strutturale che richiede interventi mirati e politiche di sviluppo efficaci. Le disparità tra regioni europee restano profonde: se Bolzano, con il 5,9%, rientra tra le aree più prospere del continente, la Calabria continua a rappresentare una delle realtà più vulnerabili. Una fotografia che impone riflessioni urgenti su come rilanciare il lavoro, l’inclusione sociale e l’economia nel Sud Italia.