Il corteo pro Palestina tenutosi a Cosenza
Il corteo pro Palestina tenutosi a Cosenza

Un documento inviato alle scuole della provincia di Cosenza dall’Ambito Territoriale Provinciale ha scatenato un acceso dibattito. La comunicazione, firmata “la Segretaria del Dirigente”, invita gli istituti a segnalare con tempestività eventuali assemblee straordinarie, occupazioni, manifestazioni o altre mobilitazioni studentesche “connesse alla causa pro-Palestina”. Un atto che, per il sindacato Usb Scuola Cosenza, appare come una richiesta di controllo politico e sociale del tutto estranea alle normali procedure amministrative.

La reazione del sindacato

Usb non ha usato mezzi termini, definendo la nota «inaccettabile e vergognosa». In un comunicato durissimo, il sindacato parla di «righe burocratiche che veicolano un pericoloso clima di sorveglianza, distante dalla normalità democratica». A preoccupare ulteriormente è l’assenza di riferimenti a disposizioni ministeriali o dell’Ufficio scolastico regionale, che lascia intendere un’iniziativa autonoma dell’Atp di Cosenza.

Il contesto politico e sociale

Secondo Usb, la vicenda si inserisce in un clima nazionale segnato dalle proteste contro la guerra a Gaza e dalle iniziative di solidarietà con la popolazione palestinese. Il sindacato richiama lo sciopero del 22 settembre scorso, che ha visto una forte partecipazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro: «Un risveglio delle coscienze che sembra disturbare il Governo italiano, troppo vicino a Israele e silente di fronte al genocidio».

Domande senza risposta

Usb chiede pubblicamente chiarimenti all’amministrazione scolastica: «Perché emanare un simile atto? Perché citare esplicitamente la Palestina? È una fake, un errore, una richiesta ministeriale?». Domande dirette, che il sindacato vuole siano affrontate con trasparenza. Allo stesso tempo, l’organizzazione sollecita i rappresentanti politici e istituzionali del territorio a pretendere spiegazioni dall’Atp.

La scuola come presidio democratico

La conclusione del sindacato è netta: «Nonostante i tentativi repressivi e autoritari, la scuola resterà presidio di democrazia, partecipazione e confronto». Per Usb, il caso Cosenza non è solo una vicenda locale, ma un campanello d’allarme sul rischio di trasformare luoghi di formazione e dialogo in spazi di controllo e limitazione delle libertà.