Catanzaro sotterranea e il fascino delle Gallerie del San Giovanni, il labirinto che custodisce la storia della città
Un viaggio tra cunicoli medievali, leggende, fughe segrete e memorie riportate alla luce grazie al recente recupero
Passeggiando per le vie luminose di Catanzaro, nulla lascia intuire cosa si nasconda sotto i passi distratti dei passanti. Eppure basta varcare una piccola porta, scendere una scalinata e lasciarsi avvolgere da un soffio di aria più fresca per ritrovarsi in un luogo dove il tempo sembra muoversi al contrario. È questo l’ingresso alle Gallerie del San Giovanni, un intreccio di cunicoli sotterranei che da secoli vive nell’ombra, mentre la città continua la sua vita frenetica in superficie. Qui la roccia calcarea diventa custode di silenzi, la penombra racconta ciò che le cronache non hanno registrato, e il visitatore ha la sensazione di entrare in un organismo vivo che respira insieme alla storia.
Passaggi segreti, fughe e dominazioni: la memoria nelle pietre
Sotto il Colle San Giovanni si snoda un reticolo di corridoi modellati dall’uomo nel corso dei secoli. Le prime strutture sorsero accanto al castello normanno edificato nell’XI secolo, un fortilizio creato per controllare il territorio dall’alto e proteggere la città dalle incursioni. Ma ai potenti non bastava osservare: servivano vie discrete, percorsi che permettessero spostamenti rapidi e invisibili. Così nacquero le gallerie, destinate a collegare il cuore militare e politico di Catanzaro con i luoghi sacri e strategici del centro urbano.
In questi stessi cunicoli avrebbe camminato, molti secoli dopo, l’avventuriero spagnolo Antonio Centelles, che li percorse come ultima possibilità di fuga durante la sua ribellione contro la corona aragonese. E ancora, durante assedi e rivolte, i corridoi accolsero soldati, feriti, uomini in fuga e storie destinate a perdersi senza lasciare traccia. Quando il castello smise di essere una roccaforte per trasformarsi prima in ospedale, poi in convento e infine in carcere fino al Novecento, questi spazi sotterranei rimasero muti ma presenti, testimoni involontari di secoli di cambiamenti e destini umani. Persino nella Seconda guerra mondiale tornarono utili, offrendo riparo alla popolazione durante i bombardamenti sul centro storico.
Un percorso ritrovato: dal silenzio del passato alla voce del presente
Oggi le Gallerie del San Giovanni sono nuovamente accessibili grazie a un attento lavoro di recupero che ha permesso di restituire ai visitatori la loro autenticità primitiva. L’ingresso da Corso Mazzini conduce in un ambiente che conserva ancora l’odore della pietra antica e il ritmo lento delle gocce che scivolano dalle pareti. Ad ogni curva sembra di incontrare un frammento di vita passata, mentre un’uscita su via Carlo V riporta alla luce, con discrezione, il legame tra questi passaggi nascosti e l’antico assetto urbano della città.
Oggi questi ambienti sotterranei hanno trovato una nuova vocazione culturale: accolgono mostre, installazioni e concerti che dialogano con le ombre delle loro gallerie, creando un contrasto affascinante tra moderno e antico. Eppure, pur tra luci, visitatori e arte contemporanea, permane la sensazione che il sottosuolo catanzaresi non abbia ancora detto tutto. Si racconta che il reticolo originario fosse più esteso, che altri corridoi si celino ancora sotto gli edifici del centro storico, in attesa di essere scoperti. Visitare le Gallerie del San Giovanni significa quindi non solo esplorare ciò che è visibile, ma anche ascoltare l’eco di ciò che forse riposa ancora, silenzioso, nel buio della città.