Confiscati beni per oltre 1,6 milioni a soggetto vicino alla cosca Accorinti di Briatico
La misura è scaturita a seguito delle risultanze investigative emerse nell’ambito dell’operazione “Costa Pulita”

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Catanzaro ha eseguito un decreto di confisca definitiva, emesso dal Tribunale di Catanzaro e parzialmente modificato dalla Corte d’Appello del capoluogo calabrese, nei confronti di un soggetto ritenuto contiguo alla cosca mafiosa “Accorinti” di Briatico (VV).
La vicenda
Il provvedimento riguarda un appezzamento di terreno con annesso fabbricato e le quote di partecipazione in una compagnia di navigazione operante a Briatico, inclusa la relativa quota di patrimonio aziendale. Il valore complessivo dei beni confiscati supera 1,6 milioni di euro.
La misura è scaturita a seguito delle risultanze investigative emerse nell’ambito dell’operazione “Costa Pulita”, che ha portato alla condanna dell’uomo, da parte del Tribunale di Vibo Valentia, a 4 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dalla finalità di agevolare la cosca “Accorinti”.
Le indagini
Le indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, hanno fatto emergere il coinvolgimento del sodalizio mafioso nell’attività economica della compagnia di navigazione, che operava nel settore delle mini-crociere verso le isole Eolie. L'infiltrazione sarebbe avvenuta anche grazie al supporto della potente cosca “Mancuso” di Limbadi/Nicotera (VV), a conferma dei legami tra i due gruppi criminali.
Attualmente, il soggetto destinatario del provvedimento risulta anche imputato nel processo “Cathago Maestrale-Olimpo-Imperium”, in corso presso il Tribunale di Vibo Valentia, con l'accusa di associazione mafiosa, in quanto ritenuto organicamente inserito nella struttura della cosca “Accorinti”.
Il decreto di confisca rappresenta l’epilogo di un articolato procedimento di prevenzione patrimoniale, durante il quale il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – G.I.C.O. – Sezione Misure di Prevenzione di Catanzaro ha effettuato approfonditi accertamenti. Le indagini hanno evidenziato una notevole sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi ufficialmente dichiarati dall’interessato, il quale è stato classificato – per il periodo 2007-2011 – tra i soggetti connotati da “pericolosità qualificata”, secondo quanto previsto dal D.Lgs. n. 159/2011 (Codice Antimafia).