Fileja, la pasta calabrese che conquista con semplicità e carattere
Formato artigianale della tradizione vibonese, la fileja unisce sapori autentici e cultura contadina in un viaggio nel cuore della Calabria

In un mondo sempre più industrializzato, dove tutto è standardizzato, c'è un angolo d'Italia dove il tempo sembra essersi fermato. È la Calabria, e in particolare la provincia di Vibo Valentia, patria della fileja, un formato di pasta che si fa ancora come una volta, con le mani, la pazienza e il cuore. Nessuna macchina, nessuno stampo moderno, solo farina di grano duro, acqua e un bastoncino sottile, chiamato “dinaciulu” o anche "ferretto", attorno al quale si arrotola l'impasto per creare quella forma allungata, cava e leggermente arricciata, perfetta per accogliere ogni tipo di sugo.
La fileja, conosciuta anche con nomi diversi come filateddhi, maccarruna i casa o fusilli calabresi è molto più di una ricetta è un rituale. Prepararla in famiglia, soprattutto nei giorni di festa, era e in molte case lo è ancora, un gesto d’amore, un’occasione di condivisione che coinvolgeva più generazioni, dalla nonna che impastava alla nipote che arrotolava, fino ai bambini che aspettavano con occhi golosi il piatto fumante in tavola.
Una forma, mille sapori
Ma cosa rende la fileja così speciale? Senza dubbio, la sua consistenza ruvida e porosa, che trattiene i sughi come poche altre paste sanno fare. La tradizione vuole che venga condita con ragù di carne mista o di capra, cucinato lentamente per ore, oppure con sugo di pomodoro semplice e generosa spolverata di pecorino. Ma è con la ‘nduja, il celebre salume in crema piccante calabrese, che la fileja dà il meglio di sé. Il suo gusto deciso, speziato, avvolge ogni curva della pasta creando un'esplosione di sapori in bocca che è difficile dimenticare.
Nei ristoranti più attenti alla tradizione, viene servita anche con funghi porcini della Sila, melanzane fritte, o con pesce azzurro come il tonno o le sarde, a dimostrazione di quanto sia versatile e capace di adattarsi a ogni stagione e ingrediente locale. Alcuni chef stellati l’hanno persino reinterpretata in chiave gourmet, proponendola con gamberi rossi, agrumi o bottarga calabrese.
Un simbolo che guarda al futuro
Se un tempo la fileja era il piatto della domenica o delle grandi occasioni, oggi è diventata una vera ambasciatrice della cucina calabrese nel mondo. I pastifici artigianali la producono in modo fedele alla tradizione, e alcuni consorzi stanno lavorando per ottenere il riconoscimento ufficiale di prodotto tipico, magari con marchi di tutela come il PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale. Questo interesse crescente è il segnale di un cambiamento importante, sempre più consumatori vogliono sapere cosa mangiano, da dove viene, e riscoprire quei sapori autentici che parlano di terra, di fatica e di storia.
C'è anche chi, in Calabria, organizza laboratori didattici e percorsi gastronomici dedicati alla fileja, per insegnare ai turisti e ai giovani come si prepara questa pasta e cosa rappresenta. In un'epoca in cui l'identità locale torna a essere un valore, la fileja si conferma non solo come una pietanza, ma come un simbolo culturale da preservare e tramandare.