Mobilità sostenibile in Calabria, una sfida strategica tra trasporto pubblico e mobilità dolce
Prospettive per una regione che vuole trasformare il proprio paesaggio in infrastruttura green

In Calabria, il trasporto pubblico su gomma e ferro soffre ritardi strutturali che limitano fortemente la mobilità quotidiana. Linee carenti, orari irregolari e collegamenti poco integrati impediscono ai cittadini delle aree interne di dipendere efficacemente dal trasporto collettivo. La frammentazione tra diverse aree provinciali e la scarsa interoperabilità tra gestori aggravano questi limiti.
Il potenziamento del servizio ferroviario regionale rappresenta un passaggio chiave: tratte come quella che connette borghi e centri collinari con i capoluoghi potrebbero diventare snodi fondamentali se integrate con servizi bus “last mile” efficienti. Endemica comunque è la necessità di rinnovare mezzi, infrastrutture e orari per renderli credibili e competitivi rispetto all’auto privata.
Le piste ciclabili e la mobilità dolce come volano territoriale
Un progetto che sta guadagnando visibilità è la Ciclovia dei Parchi della Calabria, un percorso di circa 545 chilometri che attraversa quattro grandi aree protette (Pollino, Sila, Serre, Aspromonte). Questa rete ciclabile italiana mette in luce come la mobilità dolce possa collegare natura, cultura, borghi e turismo lento, trasformando la Calabria anche in meta per cicloturisti.
In parallelo, la regione ha programmato (attraverso il piano “Ciclopi”) la realizzazione di oltre 800 km di piste ciclabili, con l’obiettivo di collegare le coste all’interno montano, attraversando borghi, percorsi naturalistici e territori rurali. Questa strategia punta non solo alla mobilità ma alla valorizzazione degli spazi interni e delle economie locali che vi gravitano attorno.
Via di mezzo: connessioni e intermodalità
La Calabria dovrà concentrarsi sull’intermodalità: integrare efficacemente treno, bus, percorsi ciclabili e mobilità urbana per creare una rete coerente e fruibile. Ciò significa sviluppare parcheggi bici presso le stazioni, punti interscambio ben pianificati e servizi di noleggio connessi.
Un’altra prospettiva interessante è data da modalità experimental come il velorail (bicicletta su rotaie dismesse) che può trovare applicazione nei territori ferroviari abbandonati offrendo una via sostenibile e affascinante per il turismo locale e per la mobilità ricreativa.
Sfide da affrontare e proposte prioritarie
Tra gli ostacoli maggiori ci sono i ritardi burocratici, la carenza di risorse adeguate per manutenzione e innovazione, la resistenza alla cultura del trasporto dolce da parte di alcune amministrazioni locali. Serve una visione forte, che metta al centro la Calabria interna come risorsa, non come problema.
Le priorità dovrebbero includere: progettazione partecipata di percorsi ciclabili provinciali e interprovinciali; revisione delle reti TPL con orari sinergici e mezzi ecologici; piani urbani di mobilità ciclistica (Biciplan) anche nei comuni piccoli; incentivi per startup legate alla micromobilità, al bike sharing e alle infrastrutture green; campagne di sensibilizzazione e formazione per cittadini, scuole e amministratori.
Uno sguardo al domani: modelli calabresi in evoluzione
L’asse collinare che unisce montagne e mare diventa nel progetto ciclabile un ponte tra le diverse anime della Calabria: è uno dei tratti distintivi del percorso della Ciclovia dei Parchi, che consente di attraversare il cuore verde della regione pedalando. Allo stesso tempo, eventi come la “Ciclovia dei Parchi e del Benessere” mostrano come combinare sport, salute, natura e mobilità dolce stia diventando parte della cultura regionale.
Se la Calabria riuscirà a fare della sua fragilità geografica una forza — con infrastrutture sostenibili e reti che uniscano luoghi marginali alle vie centrali — potrà diventare laboratorio nazionale di mobilità integrata. Il futuro è “lento”, ma connesso e autentico.