San Francesco di Paola, il “Minimo” proclamato Santo: 1° maggio 1519, la canonizzazione che unì umiltà e grandezza
Nel giorno della Festa del Lavoro, si celebra anche l’anniversario della santificazione del frate calabrese, simbolo di fede, servizio e dedizione agli ultimi

Il 1° maggio non è soltanto una giornata di mobilitazione sociale e di celebrazione del lavoro. Per la Calabria e per tanti fedeli in Italia e nel mondo, questa data segna anche un anniversario di profonda rilevanza spirituale, ovvero, la canonizzazione di San Francesco di Paola avvenuta esattamente il 1° maggio 1519 per volontà di Papa Leone X. Un evento che ha segnato la storia della Chiesa e che oggi, a oltre cinque secoli di distanza, continua a essere motivo di orgoglio, fede e devozione popolare.
Francesco di Paola, nato nel 1416 a Paola, nel cuore della Calabria tirrenica, rappresenta una delle figure religiose più luminose del cristianesimo occidentale. Fondatore dell’Ordine dei Minimi, vissuto in povertà, dedizione e servizio agli ultimi, scelse per sé e per i suoi seguaci il titolo di “minimi”, per sottolineare la loro volontà di essere i più umili tra gli umili. Eppure, nonostante il suo desiderio di nascondimento e di semplicità evangelica, Francesco fu riconosciuto dal popolo come un santo già in vita e dalla Chiesa come un esempio insigne di fede, carità e miracolo.
Una vita di preghiera, miracoli e servizio
La canonizzazione di Francesco avvenne dodici anni dopo la sua morte, avvenuta in Francia il 2 aprile 1507. Il processo fu rapido per i tempi, a testimonianza dell’impressione profonda che la sua figura aveva lasciato in tutta Europa. Il frate calabrese, infatti, era diventato celebre non solo per il suo stile di vita radicalmente evangelico, ma anche per i miracoli che gli venivano attribuiti: guarigioni, profezie, atti di carità straordinaria. Il suo carisma attraversò confini e regni, arrivando fino alla corte del re di Francia Luigi XI, che volle la sua presenza al capezzale prima di morire.
Francesco non cercava onori né potere. Rifiutò anche il sacerdozio, preferendo restare semplice religioso. Il suo obiettivo era vivere il Vangelo nella forma più pura e radicale, in solitudine, penitenza, preghiera e servizio. Fondò il primo convento dell’Ordine dei Minimi a Paola e, grazie alla fama crescente, ne nacquero altri in Italia e poi in Francia. Il suo Ordine fu approvato da Papa Alessandro VI nel 1493.
Con la canonizzazione da parte di Leone X, la Chiesa riconobbe in lui un modello di santità autentica, figlio di una terra spesso martoriata, ma capace di generare uomini e donne dalla fede incrollabile e dalla vita luminosa. Fu dichiarato patrono della gente di mare, ma anche protettore della Calabria e, nel tempo, anche di numerose comunità italiane all’estero.
Un esempio ancora attuale: umiltà, unità, impegno
La figura di San Francesco di Paola è oggi più che mai attuale. In un’epoca in cui l’apparenza spesso prevale sulla sostanza e la logica del potere soffoca il senso del servizio, la sua vita ci ricorda il valore dell’umiltà, della preghiera silenziosa e del bene fatto senza clamore. È un esempio di come la forza vera risieda non nella conquista, ma nella rinuncia; non nell’affermazione personale, ma nel mettersi al servizio degli altri.
Come ha detto il prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa in un recente intervento, “la Calabria può dare lezioni sulla capacità di fare squadra”. E San Francesco di Paola ne è il simbolo perfetto: un uomo che ha unito popoli, che ha costruito ponti tra le periferie della fede e i centri del potere, che ha saputo indicare con la sua vita un sentiero di riconciliazione tra spiritualità e azione concreta.
La sua scelta di chiamarsi “minimo” non era una posa, ma una rivoluzione. In un mondo che premia il massimo, lui scelse il minimo come regola di vita, come dichiarazione d’amore a Dio e al prossimo. Ed è proprio per questo che è diventato un gigante del cielo, come lo definiscono tanti suoi devoti. Non a caso, il suo culto è vivo non solo in Calabria, ma in molte regioni d’Italia e anche all’estero, soprattutto tra le comunità italiane in Francia, Germania, Argentina, Canada e Stati Uniti.
Un’eredità spirituale da custodire
Il 1° maggio, dunque, non è solo un giorno di celebrazione del lavoro umano, ma anche l’occasione per riflettere sul valore del servizio, della solidarietà e della coerenza evangelica. San Francesco di Paola ci insegna che anche dalle periferie più dimenticate possono nascere santi che cambiano la storia. La sua eredità spirituale, fatta di silenzio, povertà e fede incrollabile, continua a ispirare generazioni di credenti e ad accompagnare il cammino di chi, ancora oggi, sceglie di essere “minimo” per diventare veramente grande agli occhi di Dio.