Don Giacomo Panizza tra i civili sfiorati dalle bombe a Leopoli: “Abbiamo avuto paura”
Il sacerdote da 50 anni in Calabria si trovava su un treno nei pressi del confine con la Polonia durante un attacco russo con droni. “La missione è andata bene, ma la paura è stata tanta” – racconta

Attimi di grande tensione per don Giacomo Panizza, sacerdote bresciano da mezzo secolo in Calabria, che si trovava a bordo di un treno nei pressi di Leopoli, in Ucraina, quando un attacco aereo ha interrotto la quiete del viaggio. “All’inizio sembrava il rumore di mitragliatrici – ha raccontato – poi ci siamo accorti che si trattava della contraerea, impegnata ad abbattere dei droni in arrivo”. Lo spavento è stato forte, ma nessuno dei passeggeri è rimasto ferito.
Missione portata a termine nonostante la tensione
Don Panizza, 77 anni, è fondatore della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, realtà impegnata da decenni in Calabria nel sociale e nell’accoglienza. Era in Ucraina per una missione umanitaria. Raggiunto telefonicamente dalla TgR Calabria, ha confermato che l’impegno si è concluso positivamente, ma ha ammesso che l’attacco ha lasciato il segno: “È stata una mattinata durissima, abbiamo vissuto la paura sulla nostra pelle”.
Il coraggio di restare: “Vogliono continuare a vivere”
Al momento dell’esplosione, il treno si trovava vicino al confine con la Polonia, in una zona dove già nei giorni precedenti si erano registrati altri attacchi. “C’era tanta paura, ciascuno reagiva a modo suo: c’era chi pregava, chi restava in silenzio” ha raccontato il sacerdote. E ha sottolineato con ammirazione la forza del popolo ucraino: “Nonostante tutto, queste persone dicono ‘abitiamo qui, restiamo qui e vogliamo continuare a vivere’. È una resistenza silenziosa ma potente”.