Apollo Aleo, mito e mistero del dio in terra di Magna Grecia
Dall’arciere di Troia al santuario perduto: la leggenda del dio Apollo Aleo e delle frecce magiche custodite sui litorali calabresi

Secondo la tradizione locale, Filottete, l’arciere eroe della guerra di Troia, si stabilì nella regione di Krimisa — l’antica Cirò Marina — fondando un santuario dedicato ad Apollo Aleo. Portò con sé l’arco e le famose frecce di Eracle, dotate di poteri portentosi. Il santuario attrasse credenti da tutta la Magna Grecia, affascinati dal potere divino di Apollo Aleo.
Il tempio e il culto dell’arciere divino
Il santuario venerato da Filottete si trovava in posizione elevata, tra mare e colline, in un contesto dove il sacro incontrava la natura. Il culto di Apollo Aleo era caratterizzato dall’adorazione delle frecce prodigiose, considerate invincibili e simbolo di giustizia divina.
Tesori perduti e miti viventi
Al tramonto della Magna Grecia, con la decadenza di Krimisa, molte reliquie del tempio scomparvero. Secondo la leggenda, sacerdoti temendo il saccheggio nascosero le frecce e preziosi oggetti rituali in grotte o li gettarono in mare. Ancora oggi si narra di sotterranei segreti e tesori sommersi, celati per secoli dall’oblio.
L’eredità archeologica: l’acrolito ritrovato
Scavi archeologici nel XX secolo hanno riportato alla luce un frammento eccezionale: un acrolito, una statua dotata di testa e arti in marmo, probabilmente parte della rappresentazione di Apollo Aleo. Questi resti, custoditi oggi nei musei regionali, rappresentano il filo che unisce mito e storia, offrendo uno sguardo sulla spiritualità antica della Calabria.
Dal mito alla memoria: la leggenda oggi
Apollo Aleo è oggi un simbolo affascinante della Calabria antica, evocato in murales, itinerari culturali e racconti locali. La leggenda alimenta la curiosità per il patrimonio archeologico e spirituale della regione, riconnettendo il presente con un passato di eroi, divinità e misteri ancora sommersi.