Incendio doloso distrugge coltivazione della cooperativa Valle del Marro a Gioia Tauro
Nel mirino un campo di grano su terreni confiscati alla 'ndrangheta

Ancora un atto di violenza nella Piana di Gioia Tauro. Un incendio di natura dolosa ha completamente distrutto una coltivazione di grano gestita dalla cooperativa Valle del Marro, associata a Libera, impegnata da oltre vent’anni nel riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. L’attacco, l’ennesimo in poche settimane, si inserisce in un clima sempre più ostile verso chi lavora per restituire dignità a territori segnati dalla presenza della ‘ndrangheta.
Cinque atti intimidatori in poche settimane
L’incendio è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo. Nelle settimane precedenti, la cooperativa aveva subito altri quattro danneggiamenti: ignoti avevano sottratto gli impianti irrigui da due appezzamenti coltivati a kiwi e mandarini clementine, anch’essi confiscati alle ‘ndrine locali. Un’escalation di intimidazioni che colpisce duramente un progetto agricolo simbolo di riscatto civile e rigenerazione sociale.
Napoli (Valle del Marro): “Colpita la dignità del lavoro”
“Questi atti sono veri e propri attacchi alla legalità ripristinata e alla giustizia sociale” – ha dichiarato Antonio Napoli, socio della cooperativa Valle del Marro – “Chi attacca le coltivazioni, attacca l’esistenza stessa di un lavoro dignitoso. È un atto di pura violenza per frenare il cambiamento da tempo avviato”.
Le parole di Napoli richiamano con forza l’attenzione sul coraggio di chi, nonostante tutto, continua a operare su terre che un tempo erano dominio incontrastato delle mafie. L’attività della cooperativa rappresenta una risposta concreta all’illegalità, un presidio di civiltà in un contesto difficile.
Libera e la richiesta di maggiori tutele
Il caso riaccende il dibattito sulla necessità di rafforzare l’uso sociale dei beni confiscati, troppo spesso ostacolato da carenze strutturali e dalla costante minaccia criminale. “Bisogna potenziare l’uso sociale dei beni confiscati – ribadisce Napoli – stanziando risorse adeguate e dando continuità alle attività di riutilizzo, sempre contrastate dalle mafie”.
L’appello si rivolge alle istituzioni regionali e nazionali, chiamate a garantire non solo il sostegno economico, ma anche una rete di protezione concreta per chi ogni giorno si espone in prima linea nella lotta per la legalità.
Una sfida aperta alla ‘ndrangheta
L’incendio della Valle del Marro è l’ennesima dimostrazione che i beni confiscati rappresentano un campo di battaglia decisivo contro la criminalità organizzata. Difenderli significa difendere la possibilità di costruire una Calabria diversa, dove i simboli del potere mafioso si trasformano in strumenti di riscatto collettivo. E dove chi lavora per il cambiamento non deve sentirsi mai solo.