La diga del Menta tra le montagne dell’Aspromonte e le sfide dell’acqua in Calabria
Un bacino imponente che segna il paesaggio, affronta la siccità e apre nuove prospettive per turismo e sviluppo sostenibile
Nel comune di Roccaforte del Greco, a un’altitudine di circa 1.430 metri, sorge la diga del Menta, una struttura imponente in rock‑fill con manto impermeabile in conglomerato bituminoso. L’opera, sbarrando il torrente Menta – affluente dell’Amendolea – ha creato un bacino da circa 18 milioni di metri cubi d’acqua. Progettata decenni fa per rispondere ai bisogni idrici della città metropolitana di Reggio Calabria, la diga ha anche uno schema funzionale che prevede un salto di oltre 1.000 metri per un futuro sfruttamento idroelettrico prima dell’utilizzo delle acque a fini potabili. La sua collocazione nel Parco Nazionale dell’Aspromonte la inserisce in un contesto naturale di grande valore ambientale
L’emergenza siccità e il livello che scende
Negli ultimi anni la diga del Menta è diventata un simbolo dell’emergenza idrica in Calabria. Problemi persistenti di siccità hanno portato a un drastico abbassamento del livello dell’invaso. Nell’estate del 2024 il serbatoio ha raggiunto meno della metà della sua capacità, con gravi conseguenze per l’approvvigionamento potabile. Reggio Calabria, che dipende in buona parte da queste acque, ha visto attivato un razionamento idrico in alcuni quartieri, con la necessità di ricorrere alle autobotti della protezione civile. L’assenza di precipitazioni significative e la scarsità di neve nelle stagioni passate rendono difficile prevedere un rapido recupero del livello d’acqua, aggravando il quadro già critico
Potenziale turistico e tensioni gestionali
Nonostante i problemi, la diga del Menta è vista da alcuni come un’opportunità anche turistica. Guide locali e associazioni ambientali propongono di valorizzare il bacino come meta per escursioni, canoa e percorsi naturalistici, integrando la risorsa idrica con lo sviluppo sostenibile del territorio. Tuttavia, il progetto non è ancora pienamente decollato e restano nodi legati alla manutenzione, alla sicurezza e alle infrastrutture di accesso. Dal punto di vista istituzionale, la diga rappresenta anche un caso emblematico dello scontro tra promesse idriche e freni amministrativi, in un territorio dove la domanda d’acqua cresce ma l’offerta non sempre viene efficacemente governata