Il 29 novembre attivisti scendono in piazza contro il Ponte sullo Stretto
Oltre 80 associazioni e movimenti uniti nel corteo “No Ponte” per denunciare le criticità economiche, ambientali e sociali del progetto e chiedere investimenti sostenibili per il Sud
Un grande corteo “No Ponte” attraverserà le strade sabato 29 novembre, con la partecipazione di cittadini, associazioni e rappresentanti politici decisi a ribadire la loro contrarietà alla costruzione del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.
L’iniziativa è stata presentata alla Camera dei Deputati da esponenti del comitato promotore, tra cui Chiara Braga, capogruppo del Pd, il deputato Anthony Barbagallo, la senatrice del M5S Barbara Floridia e il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli. A sostenere la manifestazione ci sono oltre 80 associazioni e movimenti, un fronte ampio e trasversale che vede tra i protagonisti la segretaria del Pd Elly Schlein, rappresentanti di vertice del Movimento 5 Stelle e lo stesso Bonelli.
Le ragioni del “No”
Durante la conferenza stampa, gli organizzatori hanno ricordato come le recenti osservazioni della Corte dei Conti abbiano messo in luce «criticità rilevanti» del progetto: assenza di coperture finanziarie certe, rischi di squilibrio nella spesa pubblica, elementi progettuali non definiti e timori fondati sugli impatti ambientali e sociali.
Nella nota del comitato si sottolinea che il Ponte sullo Stretto «non rappresenta una priorità» e che rischia di assorbire risorse fondamentali destinate ad altre opere strategiche, come la messa in sicurezza del territorio, il potenziamento del trasporto pubblico, il miglioramento dei collegamenti ferroviari e la manutenzione delle infrastrutture esistenti.
Una visione alternativa per il Sud
Il corteo del 29 novembre si annuncia come una grande manifestazione nazionale “aperta a tutti e tutte”, con l’obiettivo di promuovere una visione alternativa di sviluppo per il Mezzogiorno.
«Sviluppo, lavoro, mobilità, tutela dell’ambiente e sicurezza del territorio – si legge nel documento diffuso dal comitato – non si costruiscono con mega-opere irrealistiche, ma con investimenti concreti, verificabili e sostenibili».
La giornata di sabato sarà dunque non solo un momento di protesta, ma anche di proposta politica e civile, per chiedere che le risorse pubbliche vengano indirizzate verso interventi realmente utili e sostenibili per le comunità del Sud.