Ponte sullo Stretto
Ponte sullo Stretto

Il segretario confederale della Cgil, Gino Giove, interviene sulle recenti battute d’arresto del progetto del Ponte sullo Stretto, definendolo un’opera segnata da ricorsi, errori e bocciature. In poche settimane sono arrivati due stop significativi: la mancata registrazione della delibera Cipess da parte della Corte dei Conti e la successiva bocciatura della modifica alla concessione alla società Stretto di Messina. Secondo Giove, l’opera sbandierata come simbolo di modernità si starebbe rivelando invece un caso emblematico di complessità tecniche e amministrative ancora irrisolte, mentre il Paese mantiene aperte priorità essenziali come trasporti, sanità e sicurezza del territorio.

Legalità, atti corretti e uso responsabile delle risorse

Giove richiama l’attenzione sulla necessità di legalità, trasparenza e solidità amministrativa nella gestione delle grandi opere. Il sindacalista sottolinea come gli atti prodotti finora dal Ministero delle Infrastrutture presentino criticità giuridiche e procedurali tali da bloccare l’iter progettuale, generando un rischio concreto rispetto all’utilizzo di fondi pubblici. Gli errori rilevati dai magistrati contabili, afferma, mostrano l’inadeguatezza degli atti e l’assenza delle garanzie necessarie alla sostenibilità economica e gestionale di un’opera così complessa.

Le priorità reali per il Paese secondo la Cgil

La nota prosegue evidenziando come, di fronte a un’infrastruttura che non dispone ancora di basi giuridiche, tecniche e ambientali solide, la scelta politica di insistere sul Ponte rischia di allontanare l’attenzione dai bisogni concreti dei cittadini. Giove richiama le emergenze quotidiane: treni insufficienti per i pendolari, carenze nelle ambulanze e nei servizi sanitari territoriali, edifici scolastici non adeguatamente sicuri. Un ministro che concentra risorse e energie su un’opera ancora irrealizzabile, sostiene, non contribuisce a programmare lo sviluppo del Paese, ma rischia di comprometterne il futuro.