Pasquale Tridico
Pasquale Tridico

Che Roberto Occhiuto abbia stravinto le elezioni regionali è un dato ormai assodato. C’è stato chi non ha avuto nessun dubbio sin da quelle dimissioni di fine luglio. Ma non parleremo del successo del governatore bis. Quello che emerge chiaro, per l’ennesima volta, è che il campo largo (questa volta l’opposizione si fa chiamare così), non ha un leader. Tutto fermo come se non fosse successo niente.

Il caso Tridico e il nodo della leadership

Tridico è, si spera, momentaneamente sparito. Di lui ci resta la mail che invia qualche comunicato ma delle sue intenzioni a restare nel consiglio regionale della Calabria non si sa nulla. Aveva, legittimamente, chiesto qualche giorno di riflessione ma, si può dire, ormai i tempi sono maturi per capire se vuol fare il leader di una opposizione che rinasce (Principe, che si è inventato la Casa riformista, parla addirittura di un governo ombra che si tenga pronto come fece il primissimo Pd con Berlusconi), oppure tornare a fare l’europarlamentare. Cosa che l’ex presidente dell’Inps avrebbe tutto il diritto di fare se lo volesse.

Una coalizione già lacerata dalle divisioni interne

L’importante è dirlo perché, a queste latitudini calabre, il campo largo non vede l’ora di mangiarsi la propria pelle. Se no che centrosinistra sarebbe? Il Movimento 5 stelle deve fare i conti con numeri molto bassi, Alleanza Verdi-Sinistra è alla resa dei conti così come i Socialisti, soprattutto quelli cosentini dove sta per nascere una lotta fratricida fra Caruso e Gigi Incarnato.

Il Partito democratico tra sopravvivenza e (forse) rinnovamento

E il Pd? Eh, il Pd… Il Partito democratico resta comunque il secondo partito della regione ma è innegabile che il tanto invocato rinnovamento (sempre e solo sulla carta sia chiaro), forse dovrebbe partire. Il fatto che gente come Enza Bruno Bossio o Giuseppe Mazzuca (sostenuto da Guccione), siano stati messi fuori dalla partita di Palazzo Campanella deve far riflettere dal Pollino allo Stretto. Riuscirà il Pd ad incartarsi di nuovo o, per esasperazione, tenterà la carta del vero rinnovamento? Lo capiremo. Magari prima della prossima tornata elettorale.