Reggio Calabria, arrestati mentre bruciano cavi di rame: sequestrati 21 chili di materiale
Due uomini fermati grazie ai droni e denunciati per combustione illecita di rifiuti pericolosi e altri reati ambientali

Due uomini, un 25enne di Reggio Calabria e un 30enne originario di Lamezia Terme, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato dopo essere stati sorpresi ad appiccare un incendio in un terreno situato lungo la strada a scorrimento veloce tra Gallico e Gambarie. L’intervento è scattato in seguito a una segnalazione arrivata alla Sala Operativa della Questura dalla Control Room del Coordinamento Regionale Antincendi, che opera in stretto raccordo con i Carabinieri Forestali per contrastare i roghi boschivi e ambientali.
Droni e tecnologia per individuare gli autori
Grazie alle riprese aeree dei droni in dotazione al sistema di sorveglianza, gli agenti hanno potuto identificare in tempo reale i due sospettati, immortalati mentre bruciavano un’ingente quantità di cavi di rame per rimuoverne il rivestimento in plastica. Questo materiale, classificato come rifiuto speciale, sprigiona fumi altamente tossici quando viene bruciato, con gravi conseguenze per l’ambiente e la salute pubblica. L’operazione ha permesso di bloccare i responsabili sul posto, evitando la diffusione delle fiamme e l’ulteriore propagazione delle emissioni nocive.
Sequestro del materiale e denunce
Oltre all’arresto in flagranza per combustione illecita di rifiuti pericolosi, i due uomini sono stati denunciati per gestione non autorizzata di rifiuti, ricettazione, getto pericoloso di cose e possesso ingiustificato di arnesi da scasso, reati commessi in concorso. Gli agenti hanno sequestrato circa 21 chili di rame recuperato nell’area. L’operazione evidenzia l’efficacia della collaborazione tra le forze dell’ordine e l’importanza dell’impiego di strumenti tecnologici avanzati nella lotta contro i reati ambientali.