Cittadella Regionale

“Riteniamo che ci sia un abusivo alla Cittadella regionale”. Con queste parole il capogruppo del Partito Democratico alla Regione Calabria, Mimmo Bevacqua, ha aperto una durissima conferenza stampa a Palazzo Campanella. L'affondo è diretto al presidente dimissionario Roberto Occhiuto, che ha dichiarato – via social – di voler restare in carica fino all'insediamento del nuovo governatore, appellandosi all’art. 33 comma 7 dello Statuto regionale. “Ma una sentenza della Corte Costituzionale del 2011 dice chiaramente che, con le dimissioni, il presidente decade subito – ha aggiunto Bevacqua –. Chiederemo un parere all’Avvocatura dello Stato, al Prefetto e al Ministero dell’Interno”.

Lo Schiavo (Misto): “Salta il Consiglio, decide tutto da solo”

Ancora più duro il capogruppo del Misto, Antonio Lo Schiavo: “Dimettersi con un post social è una violazione delle più basilari regole istituzionali. Si ignora il Consiglio regionale, trasformando la Calabria in una Repubblica sudamericana dove si invoca il tribunale del popolo. Ha già tracciato un cronoprogramma senza consultare Corte d’Appello né Consiglio. È un blitz elettorale studiato a tavolino”. Lo Schiavo ha sollevato anche la questione del doppio incarico di Occhiuto: “La legge regionale vieta che chi è commissario di governo alla Sanità possa ricandidarsi a presidente”.

Tavernise (M5S): “Una Calabria dei social, ma la realtà è un’altra”

Dal Movimento 5 Stelle, il consigliere Davide Tavernise ha rincarato la dose: “Sui social Occhiuto racconta una Calabria che non esiste. Intanto è indagato per corruzione, come il suo DG alla Salute, il DG di Ferrovie della Calabria, la social media manager e il sub commissario alla depurazione. Ha fatto bene a dimettersi, ma trovo vergognosa la sua ricandidatura. Amministra la Regione come fosse il salotto di casa sua, dando per scontato che arrivi politicamente vivo al deposito delle liste. Io non ci giurerei”.