Sei delle sette persone accusate di aver sequestrato e pestato a sangue un ragazzo di 23 anni, a Crotone, nel rione Lampanaro, hanno scelto di essere processate con rito abbreviato. Il violento episodio risale al 28 novembre 2024 e, per la sua efferatezza, è stato paragonato dagli inquirenti a una scena del film Arancia Meccanica di Stanley Kubrick.


Una scelta strategica per ridurre la pena

Il rito abbreviato, previsto dal codice di procedura penale, consente in caso di condanna una riduzione di un terzo della pena. La scelta degli imputati è arrivata dopo che il gip di Catanzaro ha disposto il giudizio immediato, accogliendo la richiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Pasquale Mandolfino.


L’udienza davanti al gup di Catanzaro

I sei imputati che compariranno il 6 novembre davanti al gup Piero Agosteo sono: Fabrizio Gallo, Gregorio Laudari, Salvatore Laudari, Francesco Pupa, Francesco Gallo e Gianfranco Gallo. Le accuse nei loro confronti sono gravi: sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali e rapina.


Luciano Gallo sarà processato con rito ordinario

Diversa è invece la posizione di Luciano Gallo, unico tra gli imputati a non aver optato per il rito abbreviato. Il suo caso sarà trattato con rito ordinario davanti alla Corte d’assise di Catanzaro. La scelta potrebbe portare a un processo più lungo, ma con possibilità diverse in termini di strategia difensiva.


Un’aggressione brutale che ha scioccato la città

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il giovane sarebbe stato attirato con l’inganno, poi sequestrato, rapinato e picchiato con una ferocia inaudita. Un’aggressione che ha lasciato profonde ferite nella vittima e ha scosso l’intera comunità crotonese. La dinamica dell’episodio ha suscitato particolare allarme per la sua violenza gratuita e organizzata.


Un processo che punta a fare chiarezza

L’udienza di novembre rappresenta un passaggio cruciale per chiarire le responsabilità e definire le eventuali condanne. Il procedimento con rito abbreviato, pur essendo più rapido, mantiene pieno valore probatorio delle indagini svolte. Resta ora da vedere quali saranno le valutazioni del giudice rispetto a una vicenda che ha riportato al centro dell’attenzione il tema della violenza criminale nei contesti urbani più vulnerabili.