Depuratore di Fuscaldo sotto sequestro: liquami nel torrente e in mare
Gestione disastrosa, impianto privo di filtri e manutenzione: due indagati per inquinamento ambientale. L’inchiesta della Regione Calabria fa emergere livelli di inquinamento 13 volte oltre la norma

Un’inchiesta condotta dalla Regione Calabria su 16 impianti di depurazione ha portato, nelle ultime ore, al sequestro del depuratore comunale di Fuscaldo, in provincia di Cosenza. L’impianto, affidato alla gestione di una ditta con sede a Siracusa, versava in condizioni disastrose. Secondo quanto emerso dai rilievi, i liquami venivano sversati direttamente nel torrente Maddalena – affluente che sfocia nel mare – con livelli di inquinamento rilevati fino a 13 volte superiori ai limiti di legge. Due dipendenti della società incaricata della gestione sono attualmente indagati per inquinamento ambientale, ai sensi dell’art. 452-bis del Codice Penale.
Impianto privo di filtri e con gravi danni strutturali
La situazione emersa dagli accertamenti è definita “allarmante” dagli inquirenti. All’interno dell’impianto mancava il sistema di grigliatura, fondamentale per il filtraggio dei rifiuti solidi, mentre risultava fuori uso il dispositivo di disoleatura, che serve a separare le sostanze oleose dai reflui. Ma l’aspetto più grave è rappresentato dalla presenza di una falla nella conduttura principale che permetteva ai liquami non trattati di finire direttamente nel torrente. Le vasche risultavano piene di melma, senza alcun tipo di manutenzione, con strumentazioni obsolete o del tutto assenti. In sostanza, si trattava di un impianto completamente inefficiente che, nonostante tutto, ha continuato a funzionare per anni nel silenzio generale.
Denunce e interrogativi sul ruolo delle istituzioni
L’associazione che da anni denuncia il degrado ambientale legato ai depuratori nel territorio tirrenico cosentino, ha espresso indignazione per il tempismo dei controlli e per la mancanza di trasparenza. «Ci chiediamo: possibile che nessuno sapesse? Che i Comuni non abbiano mai chiesto chiarimenti alla ditta incaricata?», si legge in una nota. Il sequestro di Fuscaldo, denunciano le associazioni ambientaliste, è solo uno dei tanti casi che affliggono la Calabria: «Non bastano i proclami green se manca la base: nel mare ci si deve occupare tutto l’anno, non solo d’estate. Questa è una vergogna istituzionale».