TIS Calabria, prosegue la protesta: i tirocinanti diffidano la Regione
I TIS della Calabria hanno presentato un atto di diffida per rivendicare, dopo anni di sfruttamento mascherato da tirocinio, il contratto a tempo indeterminato
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La lotta dei Tis, i Tirocinanti di Inclusione Sociale della Calabria, è ancora lunga e irta. Nonostante i passi in avanti effettuati in Regione, ed i sit-in di protesta nelle piazze più importanti della nostre città, la questione resta ancora aperta ed il futuro di questi tirocinanti sempre più incerto. A tal proposito, un centinaio di tirocinanti ha fatto fronte comune per dar voce ai loro malumori, presentando così un atto di diffida contro la Regione Calabria.
La diffida alla Regione Calabria
“Si comunica che in data 13.12.2024 - si legge nel comunicato stampa del movimento - è stato inviato da parte di più un centinaio di TIS della Calabria un Atto di Diffida nei confronti della Regione Calabria per rivendicare, dopo anni ed anni di sfruttamento lavorativo mascherato da tirocinio, la contrattualizzazione a tempo indeterminato per come afferente ad una serie numerosa di contratti e rapporti a tempo determinato praticati nel tempo a loro danno, con aggiramento delle Leggi speciali sul tempo determinato e delle leggi sul precariato”.
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Rivendicare i diritti acquisiti
“I lavoratori hanno inteso così liberarsi da una immemore falda di immobilismo prodotto da illusorie speranze di volta in volta create dalla Regione Calabria, quale ente Promotore dei tirocini, attivando una azione legale nella forma della Diffida con messa in mora della Regione Calabria per il tramite dell'Avv. Giovanni Mazzei, che in caso di mancanza di riscontro positivo, preluderebbe ad una possibile azione giudiziaria per la rivendicazione dei diritti acquisiti dai lavoratori nel tempo”.
“I TIS pretendono - si legge ancora -, così come nel loro diritto, peraltro sedimentato oltre che dal tempo dalla caratura di effettiva subordinazione alle dipendenze dei vari enti ospitanti (Comuni, Province ed Enti locali in prima fila) la stabilizzazione del rapporto di lavoro, atta a sanare i danni subiti a causa dell'abusività dei rapporti a tempo determinato messi reiteratamente in atto in maniera illegale dalle Pubbliche amministrazioni e dai privati sotto la scorta di Avvisi pubblici che avrebbero dovuto presupporre una futura occupazione mai realizzata”.
“Con l'Atto di Diffida si intende creare una svolta definitiva, secondo un primo, ma concreto step di natura giuridica, che possa indirizzare le amministrazioni verso una responsabilizzazione ormai da realizzarsi, a fronte di svariati impegni manifestati ma sinora purtroppo inattuati”.