Toscano attacca Occhiuto: “Non è un sovranista, condanna la Calabria al declino”
Il candidato di Democrazia Sovrana Popolare critica il governatore uscente su pandemia, Europa, politica estera e sanità, accusandolo di scelte contrarie alla sovranità e ai diritti dei cittadini

Francesco Toscano, candidato di Democrazia Sovrana Popolare alla presidenza della Regione Calabria, ha rivolto un attacco diretto all’attuale governatore Roberto Occhiuto, definendolo “incompatibile con il sovranismo”. Secondo Toscano, il presidente uscente non rappresenterebbe affatto i valori della sovranità popolare, ma anzi si sarebbe distinto per posizioni lontane da chi rivendica l’autonomia decisionale del Paese. “Come fanno i sovranisti a votare per Occhiuto?” è la domanda con cui il candidato ha aperto la sua dichiarazione, puntando il dito contro l’alleanza politica che sostiene la ricandidatura del leader di centrodestra.
Le accuse su pandemia, Europa e politica estera
Toscano ha ricordato il comportamento di Occhiuto durante la pandemia, accusandolo di aver “vessato i no vax con toni inaccettabili” e di essersi posto come “nemico della libertà individuale”. L’ex giornalista e avvocato ha poi spostato l’attenzione sul rapporto del governatore con l’Unione Europea, definita “immonda” perché capace di “svuotare la sovranità degli italiani e dei calabresi”. A questo si aggiunge la critica sul fronte internazionale: Toscano ha rimproverato a Occhiuto di tacere “di fronte al massacro dei Palestinesi per non turbare il suo amico Salvini” e di sostenere, in qualità di vice segretario di Forza Italia, la linea che trascinerebbe l’Italia “in guerra contro la Russia”.
Sanità e politiche economiche al centro dello scontro
Un ulteriore punto di attacco riguarda la gestione economica e sanitaria. Toscano ha definito Occhiuto “un liberista in economia”, sottolineando come il presidente uscente si sia sempre schierato per il rispetto del pareggio di bilancio. Secondo il candidato di Democrazia Sovrana Popolare, questo approccio avrebbe contribuito ad aggravare la situazione sanitaria calabrese, “garantendo un piano di rientro che condanna i cittadini a vivere senza cure né ospedali”. Una dichiarazione che si inserisce nel clima di forte tensione politica che accompagna la campagna elettorale in Calabria, con il tema della sanità pubblica e delle risorse economiche al centro del dibattito.