Sessanta morsi, una crema che brucia e l’orologio della Giustizia che corre: il dramma del piccolo Gabriele
Un bambino lasciato solo per quaranta minuti, sessanta morsi sul corpo, un volto ustionato da una crema alcolica. Dopo anni di silenzi, il caso rischia l’archiviazione per decorrenza dei termini.

PALMI – Un bambino. Oltre sessanta morsi sul corpo. Un volto ustionato da una crema a base alcolica. E un’istituzione – quella giudiziaria – che non risponde. Sono trascorsi più di tre anni da quel 2 dicembre del 2021, quando la vita di Laura e Giuseppe – mamma e papà del piccolo Gabriele – è cambiata per sempre. E oggi la speranza di verità rischia di spegnersi in punta di burocrazia, con la scadenza dei termini che incombe minacciosa.
I fatti certi: l’aggressione, le omissioni, le prove emergenti
Quel giorno, il piccolo Gabriele viene affidato all’asilo privato di Palmi come ogni altra mattina. È un bambino di età tenerissima. I genitori lo scelgono anche per la presenza di telecamere di videosorveglianza che dovrebbero garantire trasparenza. Intorno alle 14:00‐15:00, arriva la telefonata alla mamma o al papà: “Vieni all’asilo, è successo qualcosa”, senza dettagli. Quando Giuseppe arriva, trova il figlio in condizioni terribili: coperto di sangue, con ferite diffuse. I medici dell’ospedale riscontrano oltre sessanta morsi sul corpo – su braccia, gambe, spalle, schiena – e individuano anche un trauma cranico. Le lesioni vanno ben oltre quanto una breve colluttazione potrebbe spiegare. Ma non finisce qui: sul volto viene applicata una crema a base alcolica. Invece di attenuare il dolore, la crema provoca ustioni o bruciature, peggiorando il quadro clinico.

Raccontano i genitori: le maestre hanno in prima battuta sostenuto che il bambino era rimasto da solo per “nemmeno 40 secondi” o per tempi brevissimi. Ma le registrazioni video, recuperate in parte dai Carabinieri nonostante un tentativo di cancellarle, mostrano un quadro ben più grave: i bambini erano lasciati soli per circa 40 minuti, e per circa dieci minuti l’aggressione violenta a Gabriele è avvenuta senza intervento di un adulto. Un dettaglio agghiacciante: un fratellino, poco più grande, era legato a un seggiolino. Impossibilitato a muoversi, ma riesce a liberarsi e dà l’allarme. È grazie a lui, secondo la ricostruzione, che la violenza si è interrotta. Quanto alla struttura, i genitori denunciano che il proprietario dell’asilo abbia fatto intervenire un tecnico per cancellare le registrazioni della videosorveglianza. Solo uno spezzone è rimasto, recuperato dai Carabinieri, mentre buona parte delle immagini sarebbe sparita.