Scomparsa del medico Antonio Blaganò: il figlio chiede l'apertura di un fascicolo per sequestro o omicidio
Il 67enne sparito a Nocera Terinese. Il figlio Mario: “Non trattatelo come un disperso, servono accertamenti investigativi”

Dal 25 luglio non si hanno più notizie di Antonio Blaganò, 67 anni, medico in servizio presso la guardia medica di Nocera Terinese (Catanzaro). La sua auto è stata ritrovata in località Galasso, in un'area impervia tra San Mango D'Aquino e Nocera Terinese, ma di lui nessuna traccia. Le ricerche, incessanti, proseguono da giorni con il coinvolgimento di decine di uomini e mezzi, ma per il figlio Mario non basta: “Finché mio padre non viene trovato, il lavoro non è finito. Non fermiamoci a ricostruzioni sommarie”.
Il figlio chiede l’iscrizione di un fascicolo contro ignoti
Con un appello diretto alla Procura della Repubblica, Mario Blaganò chiede l’apertura formale di una notizia di reato contro ignoti per sequestro di persona o omicidio, al fine di attivare strumenti investigativi non previsti nei protocolli per la ricerca di dispersi. “Solo così si potrà procedere con analisi di tabulati telefonici, dati delle celle, sequestro di telecamere e varchi targa, perizia forense sull’auto ritrovata, ricostruzione degli spostamenti del veicolo”.
Secondo il figlio, l’ipotesi della semplice sparizione volontaria o dell’allontanamento accidentale non regge. Antonio Blaganò ha lasciato gli effetti personali in ufficio ed è uscito improvvisamente durante l’orario di lavoro. “Qualcuno lo ha chiamato? E se sì, lo stanno verificando?”, si chiede Mario, sottolineando l’assenza di certezze e l’urgenza di approfondimenti investigativi.
Ricerche serrate tra boschi, dirupi e silenzi
La macchina dei soccorsi è attiva senza sosta. Sotto il coordinamento della Prefettura di Catanzaro, quasi cinquanta unità tra carabinieri, Cacciatori, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco, Soccorso alpino e speleologico stanno battendo palmo a palmo l’area dove è stata rinvenuta l’auto del medico. In campo anche elicotteri, droni, unità cinofile e cani molecolari, per un’operazione complessa che si sta concentrando oggi su un’area di 600 metri quadrati, con un declivio di oltre 50 metri e vegetazione fitta.
Il prefetto Castrese De Rosa ha presieduto un vertice operativo per fare il punto della situazione, ringraziando le squadre di soccorso per “l’intensa attività posta in essere che si protrae da giorni, senza interruzione”. Le ricerche, ha assicurato, proseguiranno senza sosta nei prossimi giorni.
Un appello alla verità
La famiglia non si arrende e chiede un cambio di passo: “Mio padre non era un escursionista, serve capire cosa è successo davvero”, ribadisce il figlio Mario. L’invito è a non sottovalutare segnali e circostanze anomale, né a ridurre il caso a un allontanamento inspiegabile. In gioco c’è la verità su un uomo stimato e amato, scomparso nel nulla in una giornata di lavoro apparentemente come tante.