Il kiwi calabrese conquista i mercati: produzione in crescita e qualità eccellente
Dalla fascia ionica al mercato estero, la Calabria si afferma come nuova frontiera dell’actinidia in Italia. Sfide climatiche e filiera da rafforzare, ma il futuro è promettente

Negli ultimi anni la Calabria si è ritagliata un ruolo da protagonista nella produzione nazionale di kiwi, affermandosi come una delle regioni italiane più dinamiche in questo settore. Se tradizionalmente il frutto era legato al Nord Italia – in particolare al Piemonte, al Veneto e al Lazio – oggi anche il Sud, e in particolare la fascia ionica calabrese, vanta impianti altamente produttivi, capaci di offrire un prodotto di qualità elevata, apprezzato sia in Italia che all’estero.
Le aree maggiormente vocate si trovano nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro, dove il clima mite, la buona disponibilità d’acqua e i terreni fertili creano le condizioni ideali per la coltivazione dell’actinidia. Il kiwi calabrese, soprattutto quello della varietà Hayward (la più diffusa), si distingue per il sapore intenso, la polpa compatta e un ottimo bilanciamento tra zuccheri e acidità. Alcune aziende stanno anche sperimentando varietà a polpa gialla e rossa, più richieste nei mercati internazionali.
Una filiera che crea occupazione e guarda ai mercati esteri
L'espansione della produzione di kiwi in Calabria non è solo una questione agricola, ma rappresenta un importante motore per l'economia locale. Sempre più giovani imprenditori stanno investendo in impianti moderni e certificati, puntando su agricoltura sostenibile, tracciabilità dei prodotti e canali di commercializzazione diretta. Il kiwi calabrese è spesso coltivato secondo pratiche integrate o biologiche, che ne aumentano il valore aggiunto.
La filiera del kiwi coinvolge numerosi attori: produttori, cooperative, tecnici agronomi, imprese di trasformazione e logistica, generando occupazione e sviluppo in territori spesso svantaggiati. Inoltre, grazie alla crescente domanda internazionale, i kiwi calabresi stanno conquistando quote di mercato in Europa, Medio Oriente e Nord Africa, con esportazioni in costante aumento. In molti casi, si tratta di frutta raccolta e spedita entro poche ore, garantendo freschezza e qualità.
Le sfide del futuro: acqua, clima e organizzazione di filiera
Nonostante la crescita incoraggiante, il settore del kiwi calabrese non è privo di sfide. La principale riguarda la gestione della risorsa idrica: il kiwi è una pianta che richiede irrigazione costante e di qualità, ma i cambiamenti climatici e la scarsità d'acqua in alcune aree potrebbero compromettere le rese future. A questo si aggiunge la necessità di proteggere le coltivazioni da fitopatie emergenti, come la batteriosi dell’actinidia, che in passato ha colpito duramente altre aree produttive italiane.
Altro nodo cruciale è quello dell’organizzazione di filiera: servono maggiori investimenti in strutture di stoccaggio, selezione e confezionamento, così come un maggiore coordinamento tra i produttori per evitare la concorrenza interna e favorire l’accesso ai mercati esteri. Tuttavia, la strada intrapresa appare promettente. Con il giusto supporto istituzionale e un ulteriore salto di qualità nell’aggregazione, la Calabria potrebbe diventare nei prossimi anni un polo di riferimento nazionale per il kiwi made in Italy.