Fagioli di Caria, la “sujaca” calabrese tra storia, gusto e tradizione
Un legume autoctono del Monte Poro che, con la sua buccia sottile e sapore dolce, è tornato protagonista sulle tavole grazie a sagre e coltivazioni locali

I fagioli di Caria, noti in dialetto come sujaca, sono coltivati nell’Altopiano del Monte Poro, nella provincia di Vibo Valentia, in comuni come Drapia, Zaccanopoli e Carìa. La loro coltivazione ha radici antiche, iniziata negli anni ’20, con varietà come cannellini e buriotti adattate ai terreni asciutti locali.
Caratteristiche botaniche e organolettiche
Il fagiolo presenta una pianta compatta a sviluppo determinato, con semi bianchi, allungati o arrotondati, a seconda della varietà. La buccia è sottile e tenera, ciò lo rende facilmente digeribile e dal gusto dolce e cremoso. Il seme, di forma cilindrica, si distingue per una consistenza morbida e un aroma delicato persistente anche dopo la cottura.
Tecniche di coltivazione tradizionali
La sujaca viene seminata a mano o con mezzi meccanici tra maggio e luglio; la raccolta avviene tra agosto e settembre. Tradizionalmente seminata in consociazione con il mais, beneficiava della fertilità naturale del terreno. L’essiccazione avviene solitamente al sole, mantenendo l’intero fusto per favorire una migliore essiccazione, prima di separare i semi.
Valore nutrizionale ed equilibrio alimentare
Questo fagiolo è una preziosa fonte di proteine vegetali, fibre, vitamine e minerali, considerato un tempo la “carne dei poveri” nelle comunità contadine. La sujaca è apprezzata anche per l’elevata digeribilità, grazie alla buccia sottile che non richiede ammollo preventivo.
Cucina tradizionale e sagra locale
In Calabria la sujaca viene cucinata "nta pignata" (in coccio), come zuppa densa con fileja, peperoncino, olio Evo e verdure selvatiche. A Carìa, ogni 6 agosto, si svolge la Sagra della Sujaca, evento che celebra il ritorno di questo legume sulle tavole, con piatti locali e momenti di festa.
Biodiversità e valorizzazione futura
Di interesse per associazioni e istituzioni agricole, la sujaca è un simbolo di biodiversità locale, con ecotipi distinti come la Murisca, la Cannellina e la Burru. La sua coltivazione, ora ridotta, è oggetto di progetti di recupero per valorizzarne la storia e il legame con il territorio.