Luigi Bonaventura
Luigi Bonaventura

Il clan Vrenna‑Ciampà‑Bonaventura ha una lunga storia a Crotone, con origini che risalgono agli anni ‘50. Divenuto centrale durante la faida di Crotone del 1973, vede alla guida figure come Luigi Vrenna, noto come “U Zirro”, e successivamente Giuseppe “Pino” Vrenna e Antonio Ciampà. Il gruppo ha consolidato la sua presenza in città attraverso attività criminali intense e una rete di alleanze con altri clan locali e regionali.

Struttura e alleanze criminali

Nel tempo il clan ha stretto patti con altre famiglie crotonesi — tra cui i Megna e i Grande Aracri — formando un cartello criminale forte e coeso. Le attività illecite spaziano dall’estorsione al traffico di droga, dalle armi agli appalti pubblici e privati, con una “cassa comune” destinata alla distribuzione dei proventi illegali. La consorteria esercita controllo su settori strategici come i lavori eolici, la bonifica industriale e il trasporto, infiltrandosi anche in economia legale e politica locale.

Le operazioni antimafia

Operazione Hydra (2011): 26 arresti legati al clan per traffico di droga, estorsione, armi e attentati contro il pm Pierpaolo Bruni. L’indagine ha rivelato la capacità del gruppo di influire sulla politica locale.
Operazione Old Family (2013): 35 arresti di affiliati, accusati di associazione mafiosa, narcotraffico, armi e infiltrazioni nel settore eolico, gas e bonifiche industriali.
Operazioni più recenti (2021): “Basso Profilo” e “Orso”, che hanno colpito le ramificazioni del clan, portando a numerosi arresti e smantellando reti operanti sul territorio.

Il ruolo del pentito Luigi Bonaventura

Una svolta cruciale è arrivata con la collaborazione con la giustizia di Luigi Bonaventura, ex boss del clan, dal 2006 collaboratore di giustizia. Le sue confessioni hanno contribuito a svelare i meccanismi interni del clan e hanno alimentato indagini come Heracles e Perseus, con centinaia di arresti. Il suo contributo ha indebolito la struttura del clan, favorendo irruzioni giudiziarie di vasta portata.

Sfide attuali e scenario futuro

Nonostante gli arresti e le confessioni, il clan ha mostrato capacità di riorganizzazione rapida. Le inchieste continuano a mantenere alta la pressione, ma il gruppo rimane una realtà pericolosa nel crotonese. Il contrasto efficace richiede indagini approfondite, supporto ai collaboratori e vigilanza costante, per spezzare definitivamente il dominio criminale nella provincia.