Gli Anarchici della Baracca
Gli Anarchici della Baracca

Negli anni Settanta, una splendida villa liberty alla periferia di Reggio Calabria, detta “la Baracca”, divenne il ritrovo di un gruppo di giovani anarchici determinati a raccontare la complessità della loro terra. Gianni Aricò, la fidanzata Anneliese Borth, Angelo Casile, Franco Scordo e Luigi Lo Celso si impegnarono nel controcanto anarchico dei Moti di Reggio e delle controinchieste sulla strage di Gioia Tauro, raccogliendo documenti e testimonianze che, secondo loro, avrebbero messo in luce collusioni tra neofascisti, ‘ndrangheta e poteri deviati.

Il viaggio verso Roma e il dossier scomparso

Il 26 settembre 1970 i cinque si misero in viaggio verso Roma con una Mini Morris gialla per consegnare un dossier scottante al giornale Umanità Nova e all’avvocato che indagava su Piazza Fontana. Gianni Aricò aveva confidato alla madre di aver scoperto informazioni che “avrebbero fatto tremare l’Italia”. Ma quei fascicoli misteriosamente non arrivarono mai alla loro destinazione.

L’incidente dal volto oscuro

Il tragico schianto avvenne nella notte tra Ferentino e Frosinone. Secondo la ricostruzione ufficiale, la Mini tamponò un camion fermo senza luci. Tre giovani morirono sul colpo, gli altri due poco dopo. La dinamica, i fari intatti del mezzo pesante e il camion parcheggiato su una pista non convenzionale generano ancora dubbi. Documenti mai rinvenuti e la presenza di polizia proveniente da Roma alimentarono l’ipotesi di una strage simulata.

Memorie, silenzi e sospetti sull’ombra della strategia della tensione

Nel corso degli anni sono emerse diverse testimonianze che parlano di possibili coperture da parte di servizi segreti e di una regia comune tra estremisti neofascisti e ‘ndrangheta. Testimoni come Carmine Dominici, ex appartenente a organizzazioni eversive e poi pentito, hanno parlato di un disegno mirato a eliminare testimoni scomodi. Nonostante richieste di riaprire le indagini, l’inchiesta è ufficialmente chiusa come incidente, senza colpevoli accertati.

L’eredità politica e culturale del piccolo gruppo

Oggi quella vicenda rappresenta un momento cruciale del dissenso politico meridionale. Gli “Anarchici della Baracca” sono celebrati come eroi di una stagione passata, determinati a denunciare le connessioni criminali e autoritarie nel Sud Italia. Controinformazioni, murales, libri, spettacoli e canzoni – come il brano rap “Cinque Anarchici” – mantengono vivo il ricordo della loro storia e continuano a interrogare chi cerca verità e giustizia.

Un incidente censurato o un delitto politico?

La vicenda resta tuttora avvolta dal mistero. Il dossier scomparso, le circostanze dell’incidente, il legame con i fatti di Reggio e Gioia Tauro alimentano la controversia tra chi ritiene la loro morte una tragedia causata da errori e chi ne legge le logiche di una purificazione pianificata. La loro storia invita a riflettere sui meccanismi delle potenze occulte, sulla storia politica italiana e sul prezzo pagato dai giovani attivisti per la libertà.