Ponte sullo Stretto, i costi salgono a 13,5 miliardi ma manca un progetto complessivo
Busia, presidente Anac, ha sottolineato che l’assenza di un progetto esecutivo complessivo rende difficile prevedere costi, funzionalità e tempi
Costi lievitati per il Ponte sullo Stretto
Un'infrastruttura ancora da innalzare e i costo sono già lievitati: la somma complessiva del Ponte sullo Stretto, infatti, è stata aggiornata - ed aumentata - a circa 13,5 miliardi di euro, rispetto ai precedenti 12 miliardi stimati, a causa degli aggiornamenti richiesti dalla legge. La cifra è stata resa nota da Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, durante un convegno di Unioncamere, a cui hanno partecipato anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, la società che guida il consorzio Eurolink incaricato della costruzione.
L’assenza di un progetto esecutivo rende difficile prevedere costi
Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, ha espresso preoccupazione per l’aumento dei costi, evidenziando che potrebbe superare i vincoli europei che limitano la spesa a non oltre il 50% del valore del progetto originario. Busia ha sottolineato che l’assenza di un progetto esecutivo complessivo rende difficile prevedere con precisione costi, funzionalità e tempi, creando interrogativi sulla gestione e sulla trasparenza del progetto. Inoltre, ha criticato la scelta di procedere senza una gara e di avanzare con opere a terra senza un quadro chiaro sull’intero ponte, decisioni che aumentano le incertezze.
Nessuna gara e nessuna trasparenza
“Questo – ha infatti spiegato Busia ribadendo quanto detto lo scorso luglio in commissione parlamentare – pone degli interrogativi che riguardano la spesa, essendoci anche dei vincoli dal punto di vista europeo che non possono essere superati, in ragione del fatto che non si è fatto una gara, e pone degli interrogativi più generali sulla funzionalità. Anche qui la trasparenza su tutto il disegno sarebbe ed è un vantaggio per tutti e in primis per chi lo sta costruendo”.
Busia ha quindi ribadito che “questi problemi sono ad oggi non conosciuti perché il legislatore ha deciso di non arrivare all’avere un progetto esecutivo complessivo e unitario, che quanto mai è necessario in un’opera come un ponte, e quindi probabilmente conosceremo le opere a terra, che sono funzionali a qualcosa di cui non conosciamo esattamente il dettaglio”.
Dal punto di vista tecnico, il progetto è stato sviluppato per garantire che il Ponte possa resistere ai terremoti più forti della zona. Tuttavia, l’aggiornamento dei costi e le critiche sulla gestione continuano a sollevare dubbi non solo sulla sostenibilità economica dell’opera, ma anche sulla possibilità di realizzarla nei termini previsti.
(Dal corriere.it)