Morte nel sonno: l’omicidio di Concetta Iaria e del figlio Cosimo Gioffrè
Una vendetta trasversale nel 1965 a Sant’Eufemia d’Aspromonte: la ‘ndrangheta colpisce nel cuore di una famiglia

Sant’Eufemia d’Aspromonte, 18 gennaio 1965. Una normale lite tra suoceri, tra Giuseppe Gioffrè e Antonio Iaria, proprietari di due bar concorrenti, si trasforma in tragedia. Giuseppe uccide due cugini di Iaria, Antonio Dalmato e Antonio Alvaro, il 27 giugno 1964. Da quell’episodio nasce una vendetta pianificata che si abbatte brutalmente sulla famiglia Iaria–Gioffrè.
La notte dell’eccidio
Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio, un gruppo non identificato di killer – armati di pistole, moschetto e fucili – taglia la corrente e si introduce di soppiatto nella camera da letto. Colpiscono a sangue freddo: muoiono la madre 35enne Concetta e Cosimo, 12 anni, che dormivano insieme. Gli altri figli – Giovanni (7), Maria (5) e Carmela (5 mesi) – vengono gravemente feriti.
Vittime innocenti: il prezzo della vendetta
Cosimo, ancora bambino, era una vittima innocente. La sua morte attira l’attenzione sull’assurdità delle faide mafiose, che non risparmiano innocenti nemmeno tra le mura domestiche. Concetta, madre giovane e unica difesa dei suoi figli, diventa simbolo della brutalità cieca della ‘ndrangheta.
Le indagini e l’impunità
Nonostante cinque persone vengano fermate tra gli Alvaro, gli assassini rimangono in gran parte impuniti. Non è chiaro chi abbia realmente premuto il grilletto, né quanti fossero: la vicenda rimane annebbiata dal silenzio omertoso, ma oggi è ricordata come esempio estremo di vendetta “trasversale”.
Le indagini e l’impunità
Nonostante cinque persone vengano fermate tra gli Alvaro, gli assassini rimangono in gran parte impuniti. Non è chiaro chi abbia realmente premuto il grilletto, né quanti fossero: la vicenda rimane annebbiata dal silenzio omertoso, ma oggi è ricordata come esempio estremo di vendetta “trasversale” .