Nomine senza concorso all'Ospedale di Cosenza: l'Acoi presenta un esposto alla Procura
Dodici incarichi assegnati direttamente: l'Associazione dei Chirurghi Ospedalieri denuncia violazioni costituzionali e rischi per la salute pubblica

Dopo l’esposto depositato a Rieti, l’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (Acoi) punta i riflettori sulla Calabria e, in particolare, sull’Azienda Ospedaliera di Cosenza, dove sono finite nel mirino dodici nomine di direttori di Unità Operative Complesse ritenute irregolari. Nelle scorse ore l’associazione ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Cosenza, firmato dagli avvocati Ettore Jorio, Francesca Brunetti e Luigi Ripoli, contestando violazioni gravi alle norme costituzionali e amministrative.
Nomine senza concorso: “Violate norme fondamentali”
L’esposto evidenzia che le nomine – relative a unità strategiche come Chirurgia generale, Ematologia, Oncologia, Cardiologia, Ginecologia, Rianimazione e altre – sarebbero avvenute senza concorso pubblico, in violazione dell’articolo 97 della Costituzione, che tutela l’imparzialità della Pubblica Amministrazione, e in assenza delle procedure previste per l’accesso alla dirigenza medica.
La denuncia solleva anche il nodo della mancata applicazione dell’articolo 8 del d.lgs. 517/1999, che impone un decreto istitutivo formale per le Aziende Ospedaliere Universitarie, documento inesistente in molte regioni italiane, tra cui, si legge, anche la Calabria.
L'Acoi: “Si mette a rischio la salute dei cittadini”
Il presidente nazionale dell’Acoi, Pierluigi Bottino, ha dichiarato: «Dopo il caso di Rieti, adesso tocca a Cosenza. Continueremo a segnalare questi gravi illeciti che compromettono meritocrazia, trasparenza e sicurezza sanitaria. Affidare reparti senza selezione pubblica è un atto che mina la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario. Non possiamo permettere che il diritto alla salute venga gestito senza regole chiare».
L’esposto è stato inoltrato anche alla Procura regionale e alla Sezione di controllo della Corte dei Conti della Calabria, nonché alle principali sigle sindacali mediche (Anaao, Cimo-Fesmed, Fials, Cgil, Cisl e Uil), affinché vigilino sull’operato dell’amministrazione ospedaliera.
Un altro fronte critico per la sanità calabrese
Questa nuova iniziativa giudiziaria getta ulteriore ombra sulla gestione sanitaria in Calabria, già al centro di numerose polemiche e criticità negli ultimi anni. In un contesto segnato da piani di rientro, carenze strutturali e disservizi, la questione delle nomine senza concorso potrebbe rappresentare l’ennesimo capitolo di un sistema sanitario regionale in crisi di legalità e fiducia.
La magistratura cosentina è ora chiamata a valutare la fondatezza delle accuse e ad accertare eventuali responsabilità sotto il profilo penale e contabile. Nel frattempo, l’Acoi ribadisce la sua intenzione di non abbassare la guardia: «Non è più tollerabile – conclude Bottino – che in Italia si aggirino le regole a discapito dei cittadini. A Cosenza, come altrove, serve un cambio di passo immediato».