Infrastrutture e collegamenti: l’isolamento che frena il progresso della Calabria
Una regione alle prese con ferrovie obsolete, assenza dell’alta velocità e collegamenti mancanti

In Calabria il sistema ferroviario risente di criticità strutturali che lo rendono poco competitivo rispetto al resto del Paese. Molte linee sono vecchie, non elettrificate, interrotte o con tratti sospesi per manutenzione. Alcune tratte chiave restano ferme da anni e i treni circolanti sono spesso datati e lenti. Questa carenza infrastrutturale impedisce collegamenti affidabili tra le province e rallenta lo spostamento di persone e merci, condizionando negativamente il mercato del lavoro, il turismo e le possibilità per le imprese locali.
Un tema emblematico è quello dell’alta velocità: se il Sud ha beneficiato del suo sviluppo in altre regioni, la Calabria continua a restare tagliata fuori dal grande sistema ferroviario rapido, con conseguente difficoltà a raccordarsi con le dorsali nazionali. Mentre l’Europa e le regioni settentrionali investono su treni veloci e linee moderne, il divario infrastrutturale del Sud rischia di diventare definitivo.
Strade e autostrade: arterie vitali sottoposte a usura
Le vie di comunicazione su gomma rappresentano un altro tallone d’Achille. La rete stradale interna è spesso frammentata, con tratti malmessi e collegamenti che nei periodi peggiori risultano pericolosi o rallentati. L’autostrada A2 del Mediterraneo, fulcro della viabilità tirrenica sud-nord, resta centrale, ma l’ottimizzazione dei lotti, le mitigazioni ambientali e le opere secondarie stentano a stare al passo con le necessità reali del territorio. Per molti centri urbani e montani i collegamenti rimangono tortuosi, lenti e soggetti a condizioni meteorologiche avverse che interrompono la circolazione.
Inoltre, la realizzazione di infrastrutture stradali capaci di connettere le aree interne con le coste – come varianti e collegamenti extraurbani – riceve finanziamenti modesti o procede a rilento. Questo ritardo erige una barriera geografica tra le aree periferiche e i centri urbani principali, impedendo una mobilità piena e inclusiva.
Porto, aeroporti e logistica: opportunità non sfruttate
Sul fronte marittimo e aereo la Calabria conserva potenzialità importanti che restano spesso sotto utilizzate a causa dei limiti infrastrutturali circostanti. Il porto di Gioia Tauro, sebbene strategico per il traffico container, non è pienamente connesso alla rete ferroviaria interna alle sue potenzialità, riducendo l’efficacia logistica dell’intero sistema.
Gli aeroporti regionali, pur esistenti e avviati, scontano problemi di accessibilità, scarsa frequenza dei voli, infrastrutture di supporto arretrate e collegamenti su gomma poco efficienti. Questo significa che molte aree calabresi sono scarsamente raggiungibili dal cielo per chi arriva da fuori regione, penalizzando il turismo e le relazioni con il mondo dei servizi.
Conseguenze sul tessuto socio-economico
Tutte queste carenze infrastrutturali producono un circolo vizioso: le imprese esitano a investire in territori poco collegati, i giovani sono spinti a emigrare e le comunità interne si impoveriscono. Le difficoltà nei trasporti aumentano i costi, allungano i tempi di consegna e riducono l’attrattività territoriale. Le popolazioni che vivono nei borghi interni o nelle zone montane soffrono una compressione delle possibilità lavorative e una scarsa accessibilità ai servizi.
In tutto ciò, l’isolamento fisico si trasforma anche in isolamento sociale: chi vive lontano dai grandi corridoi infrastrutturali è spesso escluso dai processi di sviluppo e innovazione.
Le proposte per uscire dall’isolamento
Per rompere questo blocco infrastrutturale serve una strategia integrata: elettrificazione e ammodernamento delle linee ferroviarie, completamento dell’alta velocità fino al Sud, potenziamento delle arterie stradali interne, collegamenti stabili tra costa e interno, adeguamento dei porti e degli aeroporti.
È fondamentale che la Calabria acquisisca un ruolo centrale nella programmazione nazionale ed europea, con impegni precisi e tempi certi. Serve una governance forte che sappia coordinare risorse pubbliche, investimento privato e controllo sull’esecuzione delle opere.
Non basta inaugurare grandi opere in pompa magna: occorre che le infrastrutture funzionino in modo quotidiano. Il progresso regionale passerà solo quando i calabresi, da Nord a Sud, da costa a montagna, potranno spostarsi con sicurezza, velocità e dignità. Solo così l’isolamento potrà finalmente cedere il passo a una rete connessa e attiva, come base per sviluppo, coesione e libertà.