Governance regionale in Calabria: trasparenza, potere locale e responsabilità politica
Il difficile equilibrio fra controllo democratico, autonomia territoriale e sfide istituzionali

La questione della governance delle regioni italiane — e in particolare della Calabria — pone in luce nodi essenziali sul rapporto tra cittadini, istituzioni locali e funzioni della pubblica amministrazione. In un contesto segnato da fragilità economiche, fenomeni mafiosi e una struttura istituzionale spesso debole, l’argomento della trasparenza, del potere locale e della responsabilità politica diventa centrale per capire se davvero la Regione possa svolgere un ruolo guida nello sviluppo e nel rinnovamento.
Il quadro normativo: funzioni e limiti della Regione
La Regione Calabria, come le altre regioni italiane, è dotata di poteri legislativi, di indirizzo e controllo, secondo lo Statuto regionale. Il Consiglio regionale è l’organo che esprime l’indirizzo politico e vigila sull’operato della Giunta, approvando il bilancio, le leggi regionali, le modifiche finanziarie e gli atti fondamentali. (Statuto Regione Calabria)
Tuttavia, nella pratica, i limiti legati a vincoli finanziari, competenze suddivise con i livelli statali e un certo grado di debolezza amministrativa pongono un freno all’effettiva operatività autonoma della Regione.
In Calabria, queste difficoltà si sommano a problemi sistemici (ritardi infrastrutturali, divari territoriali, bassa capacità amministrativa), che richiederebbero una governance efficace per trasformare le risorse in politiche concrete. L’interferenza di altri poteri (nazionali, locali, influenze esterne) rappresenta un nodo critico, specie quando il principio di sussidiarietà non trova piena attuazione.
Trasparenza come pilastro della legittimazione istituzionale
Un elemento essenziale affinché il potere regionale venga riconosciuto e rispettato è la trasparenza amministrativa. In Calabria, la Regione ha istituito la sezione “Amministrazione trasparente”, destinata a pubblicare dati, atti e documenti secondo il Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, e le sue modifiche. (Regione Calabria, Trasparenza)
Fra gli strumenti previsti, si annoverano il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (Pict or Ptpct), che definisce gli obblighi di pubblicazione, la nomina del Responsabile per la Trasparenza e l’adozione di misure per monitorare il rispetto degli adempimenti. (Piano Triennale Calabria 2024-2026)
Laddove la trasparenza è effettiva e accessibile, i cittadini — così come i soggetti di controllo — possono esercitare forme di accountability: richiedere informazioni, verificare atti e decisioni, contestare scelte che appaiono opache. I valori dell’“Open Government”, ovvero un’amministrazione aperta, partecipativa e responsabile, sono infatti fondati sulla trasparenza, la partecipazione e l’accountability. (teoria Open Government)
Ciononostante, permangono criticità sul piano pratico: adempimenti incompleti, ritardi nella pubblicazione, scarsa cultura della rendicontazione e difficoltà tecniche o organizzative che impediscono la piena efficienza del sistema trasparenza.
Potere locale e decentramento: il ruolo dei Comuni e delle province
La vera governance regionale non può prescindere da un solido rapporto con gli enti locali: comuni, province, territori e comunità montane. Il principio di decentramento implica che buona parte delle scelte — urbanistiche, sociali, infrastrutturali — siano prese vicino alle persone, sempre nel rispetto delle linee regionali.
In Calabria, però, la debolezza amministrativa degli enti locali, la dimensione spesso ridotta dei comuni, e la frammentazione territoriale pongono ostacoli al decentramento efficace. Spesso mancano le competenze, le risorse e gli strumenti tecnici per tradurre le direttive regionali in atti operativi. Ciò può alimentare un ricorso eccessivo alla Regione per “risolvere” problemi locali, anziché promuovere autonomie e responsabilità dei territori.
Inoltre, il tema delle società pubbliche regionali e partecipate — come quelle che gestiscono servizi essenziali (acqua, trasporti, ambiente) — rappresenta un punto critico: il controllo effettivo, la trasparenza nella loro gestione e la responsabilità politica delle nomine sono nodi che influenzano direttamente la fiducia dei cittadini nella Regione.
Responsabilità politica e accountability dell’azione regionale
La responsabilità politica è il cuore della governance democratica: i cittadini eleggono e giudicano rappresentanti in grado di rispondere delle proprie scelte. Nel sistema regionale calabrese, questa responsabilità si declina attraverso più livelli: il Presidente della Regione, la Giunta e i consiglieri regionali.
Affinché essa sia reale, servono alcuni presupposti: meccanismi di controllo interno ed esterno (Consiglio, commissioni, Corte dei Conti, organismi di vigilanza); strumenti di verifica e valutazione delle performance, con criteri chiari e pubblici; procedure trasparenti per la nomina di dirigenti e amministratori di enti regionali; efficaci sanzioni in caso di inadempienza, abuso o cattiva gestione; un’opinione pubblica attiva e un sistema mediatico che stimoli confronto e critica.
In Calabria, la sfida è ampia: viviamo in un contesto segnato da fenomeni mafiosi che hanno da tempo tentato di infiltrarsi nelle istituzioni. Ogni danno all’integrità istituzionale mina il legame fiduciario fra cittadini e Regione. In queste condizioni, una classe politica che non assuma piena consapevolezza della propria missione rischia di essere vinta dalle logiche clientelari, degli interessi concentrati o dell’inerzia.
Prospettive aperte e azioni prioritarie
Per rafforzare la governance regionale in Calabria, risultano urgenti alcune linee di intervento: Potenziare la cultura della trasparenza e della rendicontazione, attraverso formazione, supporto tecnico ai dirigenti e monitoraggio continuo degli obblighi. Rivitalizzare gli enti locali, dotandoli di competenze e risorse, promuovendo la cooperazione intercomunale e semplificando i rapporti con la Regione. Riformare i meccanismi di nomina e controllo negli enti partecipati regionali, adottando criteri meritocratici e criteri di pubblicità. Sviluppare sistemi di valutazione dell’azione regionale, con indicatori chiari, audit indipendenti e rendicontazione pubblica sulle performance. Favorire la partecipazione civica e il monitoraggio esterno, coinvolgendo i cittadini, le associazioni e la società civile nei processi decisionali regionali. Contrastare l’infiltrazione mafiosa e rafforzare l’integrità istituzionale, adottando piani speciali anti-corruzione, trasparenza patrimoniale e vigilanza su appalti e opere pubbliche.
Se la Calabria vuole riconquistare credibilità e ruolo nello sviluppo nazionale, deve costruire una governance regionale che non sia solo formalmente dotata di poteri, ma culturalmente radicata nei principi della trasparenza, responsabilità e partecipazione.