Occhiuto rilancia: “Serve coraggio per governare la Calabria”
Agli Stati generali del Mezzogiorno di Forza Italia, il presidente dimissionario rivendica la sua scelta e annuncia: “Mi rimetto al giudizio dei calabresi per scrivere insieme il futuro della Regione”

“Se uno non ha coraggio non può governare la Calabria. In Calabria il coraggio è un prerequisito”. Con queste parole, il presidente dimissionario della Regione Calabria ha ribadito pubblicamente la propria scelta di lasciare l’incarico, parlando dal palco degli Stati generali del Mezzogiorno di Forza Italia, in corso a Villa San Giovanni. Un messaggio forte, che richiama il ruolo della politica nel guidare i processi anche in momenti delicati, con rispetto verso la magistratura ma senza rinunciare alla responsabilità delle scelte. “La politica – ha affermato – deve avere il coraggio di restituire agli elettori il diritto di scegliere chi li governa”.
Una risposta decisa alle critiche
Nel suo intervento, Occhiuto ha replicato con fermezza a chi lo ha criticato per le dimissioni. Citando con sarcasmo una giornalista che avrebbe “venduto la pelle dell’orso troppo presto”, ha lanciato un messaggio chiaro: “Prima bisogna misurare quelle cose che sono come la pelle ma hanno una vocale diversa”. Una dichiarazione colorita, che riflette la tensione del momento ma anche la determinazione del governatore a non lasciare spazio a strumentalizzazioni politiche o giudizi affrettati.
Appello diretto agli elettori calabresi
Occhiuto ha infine rivolto un appello diretto agli elettori, spiegando di voler riportare la scelta sul futuro della Calabria nelle mani dei cittadini: “Ci candidiamo a raccontare come era la Calabria prima di noi e come sarebbe stata. Daremo ai calabresi la possibilità di scrivere il futuro di questa regione”. Un ringraziamento sentito è stato rivolto ad Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, per il sostegno mostrato nei giorni in cui è maturata la decisione. In vista delle elezioni anticipate, il messaggio di Occhiuto punta a trasformare la crisi in un’occasione di rinnovata legittimazione politica.