«È intollerabile che una Regione che ha a disposizione oltre tre miliardi di euro tra fondi europei e nazionali ne abbia speso appena il 13 per cento nel periodo 2021-2027». È la denuncia dell’europarlamentare Pasquale Tridico, intervenuto a Rende per un bilancio di fine anno. Un dato che, secondo Tridico, appare ancora più grave se rapportato alle condizioni strutturali della Calabria, segnate da carenze diffuse che spaziano dalla viabilità alle grandi infrastrutture, dall’alta velocità ferroviaria alla sanità, fino alla cronica mancanza di lavoro. Su questi temi, ha assicurato, continuerà a mantenere una posizione critica e costante.

Sanità e infrastrutture tra promesse mancate e gestione emergenziale


Nel corso dell’incontro con la stampa, Tridico ha affrontato anche il nodo della sanità, indicando come esaurita la stagione degli annunci della giunta guidata da Roberto Occhiuto. Secondo l’europarlamentare, la gestione emergenziale non può più essere la risposta a problemi strutturali. Serve un piano serio di assunzioni, accompagnato da incentivi sulla mobilità e sull’abitare per attrarre medici disposti a trasferirsi in Calabria. In questo quadro, Tridico richiama le promesse elettorali legate alla riapertura di presìdi ospedalieri come Praia, Cariati, San Giovanni in Fiore e alla realizzazione degli ospedali di comunità, che restano, a suo giudizio, ancora fermi alla fase di programmazione.

Dissesto idrogeologico e una Calabria che non coincide con i social


A completare il quadro critico, Tridico ha richiamato l’emergenza del dissesto idrogeologico, citando il recente smottamento a San Morello, frazione del comune di Scala Coeli, che ha isolato parte del centro abitato e creato disagi alla viabilità e alle abitazioni. Episodi che, secondo l’europarlamentare, smentiscono l’immagine rassicurante della Calabria raccontata sui social e riportano l’attenzione su problemi irrisolti come la scarsa manutenzione e l’assenza di interventi strutturali. Eventi che vengono definiti tragedie annunciate, frutto di anni di mancata prevenzione e di una gestione che continua a inseguire le emergenze senza risolverle alla radice.