La pitta ’mpigliata, dolce simbolo della tradizione calabrese
Tra origini antiche, ingredienti genuini e rituali familiari, una specialità natalizia che racconta la storia e l’identità gastronomica della Calabria
La pitta ’mpigliata rappresenta uno dei dolci più identitari della tradizione natalizia calabrese, capace di raccontare secoli di storia e cultura gastronomica. Le sue origini risalgono al Settecento, quando veniva preparata come dolce augurale in occasione delle nozze. La sua diffusione è particolarmente forte nelle aree del Cosentino, con San Giovanni in Fiore come luogo simbolo, e in diverse zone del Catanzarese, dove la ricetta è stata tramandata di generazione in generazione.
Ingredienti semplici per un dolce ricco di significato
Alla base della pitta ’mpigliata c’è una sfoglia sottile e profumata, realizzata con vino moscato e olio extravergine di oliva. Il ripieno è composto da un mix ricco di frutta secca tritata grossolanamente, tra cui fichi secchi, uvetta sultanina, mandorle, arachidi non salate e gherigli di noce. Il tutto viene amalgamato con abbondante miele, ingrediente fondamentale che dona dolcezza, compattezza e un sapore inconfondibile.
Un dolce che racconta festa e appartenenza
Dopo la cottura in forno, la pitta ’mpigliata viene ulteriormente spennellata con miele in superficie, ottenendo la caratteristica lucentezza che la rende immediatamente riconoscibile. Presente sulle tavole calabresi durante le festività natalizie, questo dolce non è soltanto una specialità gastronomica, ma un vero e proprio simbolo di famiglia, condivisione e memoria collettiva, capace di rinnovare ogni anno un legame profondo con le radici della Calabria.