“Otto mesi senza risposte”: il Codacons denuncia l’Azienda Ospedaliera Dulbecco di Catanzaro
Un 15enne affetto da encefalite attende da mesi il referto di un esame decisivo

È una vicenda che scuote le fondamenta del diritto alla salute quella denunciata oggi dal Codacons alla Procura della Repubblica di Catanzaro. L’associazione per la tutela dei consumatori ha depositato una denuncia penale per omissione di atti d’ufficio nei confronti dei responsabili dell’Azienda Ospedaliero Universitaria "Renato Dulbecco", accusati di aver negato per otto lunghi mesi la consegna della documentazione sanitaria essenziale relativa a un ragazzo di 15 anni affetto da encefalite.
Il caso riguarda il piccolo Nicola (nome di fantasia), ricoverato lo scorso anno nel reparto di Pediatria della struttura ospedaliera. Al termine del ricovero, al ragazzo è stata diagnosticata una “encefalite in corso di definizione diagnostica”. Durante il periodo di degenza, è stato effettuato un prelievo di liquor cerebrospinale, inviato al Policlinico di Bari per specifiche analisi immunologiche, cruciali per arrivare a una diagnosi definitiva e per avviare una terapia mirata.
Otto mesi di inerzia amministrativa
Da quel momento, però, è calato il silenzio. Nessuna comunicazione da parte dell’Azienda. Nessun referto restituito. Nonostante la madre del ragazzo abbia inoltrato richieste formali, versato i diritti di copia, inviato diffide e perfino fatto appello al Presidente della Regione, la documentazione è rimasta bloccata negli uffici, ignorando non solo le esigenze cliniche del paziente ma anche i più basilari obblighi normativi.
Per il Codacons si tratta di una violazione palese di diverse leggi: dalla normativa sull’accesso agli atti amministrativi ai termini previsti per la consegna della documentazione sanitaria, fino all’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute. Non si tratta solo di un ritardo burocratico, ma di un comportamento che mette concretamente a rischio la salute e la vita di un minore, affetto da una patologia neurologica grave, che può lasciare danni permanenti se non affrontata tempestivamente.
Una denuncia per dare voce a chi non ce l’ha
“Siamo di fronte a un caso di gravità inaudita”, ha dichiarato l’avvocato Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons. “Un bambino di 15 anni viene privato dell’esito di un esame fondamentale. È inaccettabile che un ospedale pubblico si permetta di ignorare per mesi le richieste di una famiglia, calpestando norme e diritti”. Nella denuncia, l’associazione ha chiesto alla Procura di acquisire direttamente il referto presso il Policlinico di Bari, se presente, e di procedere al sequestro della documentazione sanitaria completa del minore.
L’encefalite è una patologia che non consente attese. L’assenza di dati clinici ostacola qualsiasi percorso terapeutico e può lasciare esiti devastanti sul piano cognitivo e motorio. Per questo motivo, conclude Di Lieto, la battaglia legale non si fermerà: “Non possiamo tollerare che la sanità pubblica diventi un fortino inaccessibile. Ogni cittadino ha il diritto di conoscere la propria condizione clinica e di accedere ai propri dati. Continueremo a batterci finché questo diritto non sarà garantito pienamente”.
La vicenda di Nicola, oltre al suo dramma personale, porta alla luce un problema strutturale: quando la burocrazia ospedaliera diventa opaca e autoreferenziale, a farne le spese sono i più fragili. E spesso, chi ha più bisogno di aiuto, resta solo.