Santa Severina rilancia la Valle del Neto con il progetto “Il Borgo del Castello e dei Musei”
Un piano da 1,5 milioni di euro per unire restauro, turismo culturale e innovazione digitale in una rete condivisa tra Santa Severina, Caccuri e Castelsilano
Nel cuore della Valle del Neto, Santa Severina punta a un nuovo modello di valorizzazione turistica e culturale attraverso il progetto “Il Borgo del Castello e dei Musei”, finanziato con 1,5 milioni di euro dal Fondo di Sviluppo e Coesione. L’iniziativa, presentata nella sala consiliare del Comune, è il risultato di una sinergia tra amministrazioni, professionisti e associazioni del territorio, con l’obiettivo di creare un sistema integrato di cultura, turismo e formazione.
Il vicesindaco Pietro Vigna ha illustrato la strategia dell’Amministrazione, fondata sull’idea di superare la visione localistica per costruire una crescita condivisa: “La forza di un piccolo borgo dell’entroterra dipende dallo sviluppo del territorio che lo circonda”. Da qui la scelta di coinvolgere altri Comuni, come Caccuri e Castelsilano, in un progetto che unisce infrastrutture, digitalizzazione e promozione internazionale.
Tra gli interventi già avviati figurano l’enoteca comunale nel Castello, il recupero di Palazzo Giordano e Palazzo Apa – destinati all’artigianato artistico e all’enogastronomia – e la futura “Dimora degli Artisti” negli spazi del Maxxi e della LALeO. “Vogliamo creare opportunità reali per i giovani, attraverso musei dinamici, botteghe e residenze artistiche”, ha aggiunto Vigna, ricordando anche la partecipazione di Santa Severina alle fiere turistiche internazionali di Londra, Berlino, Venezia e Napoli.
Dalla rigenerazione culturale ai nuovi poli della creatività
L’ingegnere Domenico Renzo, responsabile del procedimento, ha spiegato che il progetto prevede l’acquisizione e il restauro di due immobili storici, Palazzo Giordano e Palazzo Apa, con interventi approvati dalla Soprintendenza per garantire il pieno rispetto dell’identità architettonica. A completare il quadro, la rigenerazione culturale finanziata dal Pnrr per 2,5 milioni di euro, che collega Santa Severina a Caccuri e Castelsilano in un percorso coordinato di valorizzazione.
Il progettista Carlo Consoli ha ricordato come l’iniziativa sia nata nel 2018, dopo un lungo lavoro di pianificazione e partenariato con dodici borghi e diciannove operatori della Valle del Neto. La collaborazione con l’Università della Calabria, l’Università Pegaso e l’Associazione Borghi più belli d’Italia ha reso possibile una progettazione integrata, capace di unire infrastrutture materiali e interventi immateriali, come il Master di Giornalismo, la formazione di nuove guide turistiche e le attività di marketing territoriale.
Per Caccuri, il sindaco Luigi Quintieri ha annunciato il recupero di una porzione dell’ex convento domenicano del 1565, oggi sede di nuovi spazi per la formazione e la promozione culturale. “Restituirlo alla comunità è un atto di responsabilità verso la nostra storia”, ha commentato. A Castelsilano, invece, il sindaco Francesco Durante ha sottolineato il valore del recupero dell’area esterna dell’Arca del maestro Gismondi e della casa natale dell’artista, destinate a diventare fulcri di turismo culturale e artistico.
Identità, innovazione e turismo digitale
La piattaforma Visit Santa Severina consente oggi di esplorare il borgo in modalità virtuale, grazie a tour immersivi, QR code interattivi e una web app in realtà aumentata pensata anche per i più giovani. Il portale integra inoltre un assistente virtuale in intelligenza artificiale che suggerisce percorsi e servizi in più lingue, rendendo Santa Severina uno dei borghi più digitalizzati della Calabria.
Infante ha poi presentato il nuovo brand territoriale, un marchio che unisce simboli come il Castello, il Battistero e il rosone della Cattedrale, rappresentando la sintesi visiva tra storia, spiritualità e innovazione. Il brand accompagna anche il nuovo sito viveresantaseverina.it, un blog partecipativo dove i visitatori possono condividere esperienze, fotografie e racconti di viaggio.
“Non si tratta solo di valorizzare i luoghi”, ha concluso Infante, “ma di raccontare l’anima di una comunità che si riconosce nei suoi spazi, nella sua memoria e nella sua capacità di guardare al futuro”. Un progetto che, tra arte, cultura, turismo e tecnologia, segna una tappa decisiva per fare di Santa Severina e dei borghi della Valle del Neto un ecosistema culturale integrato e sostenibile, capace di attrarre visitatori e talenti da tutta Italia.