Non sorprende constatare che dopo gli ultimi fatti disastrosi delle Marche e della Sicilia la maggior parte delle considerazioni abbia riguardatol’abusivismo.

Che c’entra, certo, ma prima, a monte, c’entra altro. Né il rosario senza fine che si sta sgranando sotto i nostri occhi da decenni – e riguarda la Calabria come ogni parte d’Italia, nessuna esclusa, con frane, alluvioni, devastazioni, lutti, risorse ingentissime spese posteventi e quasi altrettanti soldi disponibili e non utilizzati – basta ad accendere la scintilla della messa in sicurezza prima di ogni altra cosa.

Che non significa inseguire un improponibile rischio zero ma nemmeno adagiarsi su una non ammissibile deregulation, ma previsione e prevenzione sì, però.

Così come pianificazione e utilizzo del territorio secondo criteri basati sulle conoscenze, l’equilibrio fra i diversi comparti territoriali, urbani ed extraurbani e il controllo da parte di ha ruolo e responsabilità.

 

Fonte e articolo completo su: icalabresi.it