Bollette salate ma bene di prima necessità inesistente


Sono 9 i giorni consecutivi in cui a Rende, in Via Catanzaro, non viene erogato il servizio idrico.
Svariate segnalazioni sono arrivate da parte degli utenti che, oltre a non ricevere acqua, denunciano a gran voce il disservizio e il comportamento dei gestori di Acque Potabili e del Comune di rendese, che, dinanzi a diverse segnalazioni, non hanno fatto altro che mostrare la loro incompetenza, giocando al cosiddetto “scaricabarile”.
Inutili sono state le segnalazioni effettuate anche al numero verde della società risorse idriche Calabresi, all’ufficio tecnico sezione lavori pubblici, al 115 e finanche alla Protezione Civile. In tutto questo tempo, lamentano gli abitanti, solo uno è stato l’intervento tecnico del settore che comunica un tubo rotto, con una conseguente riparazione attraverso la quale l’acqua sarebbe dovuta arrivare anche se, ad oggi, in quella zona dell’hinterland rendese niente scorre dai rubinetti.
Il tutto, con l’aggravante che per i gestori della rete, i cittadini di Via Catanzaro ricevono il servizio a sufficienza, ma oltre a non essere erogata, qualora dovesse arrivare con una scarsa pressione, per una questione di fisica, l’acqua non raggiungerebbe gli appartamenti siti in alto, oltre al fatto che verrebbe dispersa come i milioni che disperde il Comune di Rende.
Infine, è da ricordare che – L’'Onu, con risoluzione approvata il 28 Luglio 2010 ha dichiarato l'accesso all'acqua potabile e all'igiene un diritto umano. Tale diritto può essere “quantificabile” nei 50 litri al giorno a persona stimati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come “flusso minimo vitale.” – Con l’auspicio che i responsabili possano dare risposte concrete ai cittadini, si ricorda che questa situazione genera gravi difficoltà con conseguenti ripercussioni sulla salute dovute alla scarsa igiene e all’impossibilità di svolgere semplici azioni quotidiane.

Di Anna Runca